lunedì, dicembre 31, 2007

Un brindisi e una svista
Oggi la Stampa, il quotidiano di Torino, ha dedicato un breve cenno in prima pagina alla morte di Giuseppe Demasi, 26 anni, l'unico operaio della ThyssenKrupp ad essere sopravvissuto al rogo del 6 dicembre. Ora i morti sono sette, cioè tutti gli operai che in quella notte sono stati investiti dall'onda di fuoco che si è sviluppato all'interno della fabbrica.
Un piccolo cenno, quasi nascosto, nella colonna di sinistra del giornale.
Peccato. Pensavo che il giornalismo servisse anche a rendere onore ai sacrifici di chi è scomparso. Forse alla Stampa, il quotidiano di Torino, si è trattata semplicemente di una svista...
Vorrei brindare, questa sera, anche in ricordo di questo ragazzo.

venerdì, dicembre 21, 2007

UNA DIETA SPECIALE
Buon Natale dall'Elefantino
da Il Foglio venerdì 21 dicembre
Per la moratoria sull'aborto, perché siano garantiti fondi al movimento per la vita. Una scelta semplice: consiste nell'assumere soltanto liquidi dalla vigilia di Natale a primo dell'anno.
Chi voglia associarsi sarà il benvenuto

Una dieta speciale per la moratoria sull’aborto. Perché siano garantiti fondi al movimento per la vita e ai centri di assistenza che lavorano contro l’aborto, come ha chiesto ieri il giornale dei vescovi e come dovrebbero chiedere i giornali borghesi e laici. Una dieta semplice, che consiste
nell’assumere soltanto liquidi dalla vigilia di Natale (dalla mattina della vigilia di Natale)
al primo dell’anno (alla mattina del primo giorno del 2008). Non lo chiamo digiuno
perché sono grasso, sebbene io pensi in generale di essere felicemente grasso e di recente mi senta un grasso molto in forma, orgoglioso di avere lo stesso peso corporeo (quello mentale è un altro paio di maniche) attribuito a Tommaso d’Aquino. Questa è la mia decisione, e chi voglia
associarsi sarà il benvenuto. Non chiamatela testimonianza, perché la testimonianza
è sorella del martirio. Chiamatela per quello che è. Una dieta speciale contro l’ipocrisia
e la bruttezza di un tempo in cui la morte viene bandita in nome del diritto universale alla vita e blandita, coccolata come un dramma soggettivo, nella spregevole forma, e molto oggettiva, dell’aborto chirurgico o farmaceutico. Terrò un diario pubblico dalla casa di campagna in cui mi ritiro, lo terrò in questo giornale e, nei giorni in cui non sarà in edicola, nel suo spazio sulla rete
(www.ilfoglio.it). Ho consultato il mio medico e mi ha detto che posso fare quel che faccio senza troppi problemi, basta bere molto, dosare le pillole antidiabete ed eseguire qualche banale controllo della glicemia e della funzione renale. Non è un sacrificio eccezionale, tutt’altro. E’ un
altro modo di fare festa. E’ una cosa che non mi sarei mai sognato di immaginare nella vita e che in genere mi ispira una tremenda diffidenza: una buona azione. Buon Natale.

mercoledì, dicembre 19, 2007

Carla Bruni, Sarkzoy e Lina Sotis
quattro passi in Galleria, e una spiegazione
Non faccio parte di una certa classe sociale borghese e salottiera. E non sono snob. Non vengo invitato alle feste. Al massimo, un aperitivo analcolico, da solo, con tre olive e due patatine. Quindi, è facile che certe battuteproprio mi sfuggano. Non le capisco...

La notizia che tiene banco in questi giorni e che lievita "la cultura pop (che) è fatta di molte cose che magari consideriamo scemenze ma che ci divertono: eventi e orrori del costume nazionale e internazionale, matrimoni reali, libri-film-canzoni di culto, problemi di vita e di immagine dei personaggi pubblici, e parecchio altro ancora"(Maria Laura Rodotà), è, naturalmente, la liason fra il Presidente francese Sarkozy, e l'ex modella, ora cantante, ora innamorata, Carla Bruni. La battuta, tornando a bomba all'argomento principe di questo post, l'hascritta Lina Sotis, sul Corriere della Sera di oggi nella rubrica Qui Lina. Oggi, mercoledì 19 dicembre: detto fra parentesi, questa data mi ricorda che manca poco a Natale. Ma questa è un'altra storia.
Per Lina Sotis, quindi,
Sarkozy è un uomo abbandonato.
Sceglie una ragazza che prende e lascia con facilità.
Si suppone che i brividi orizzontali del presidente non finiscano qua.

Mi scusi, gentilissima signora Sotis, ma perché "brividi orizzontali", dovrebbe provare Monsieur President, e non anche quelli "verticali"?
Ed, eventualmente, qual è la differenza?
Se lei, Carla e Monsieur le President, doveste passare dalle mie parti, potreste spiegarmi.
Anche se vivo in una cittadina della cintura milanese ma in trenta minuti di metropolitana, posso raggiungervi e ci siederemo ad un tavolino, vicino al Duomo. Altro che Eurodisney!

martedì, dicembre 18, 2007

L'amore liquido al tempo della Manaudou
Come scrive la giornalista del Corriere Maria Laura Rodotà, e per Corriere s'intende Corriere della Sera, nell'introduzione al forum che anima nel suo giornale, "la cultura pop è fatta di molte cose che magari consideriamo scemenze ma che ci divertono: eventi e orrori del costume nazionale e internazionale, matrimoni reali, libri-film-canzoni di culto, problemi di vita e di immagine dei personaggi pubblici, e parecchio altro ancora".
La Rodotà ha forse scritto le cose migliori sull'affaire Manadou-Marin, centrando appieno il gusto della storia pop, che in teoria, essendo futile e inutile pettegolezzo non dovrebbe interessare nessuno e invece, proprio perché futile e inutile pettegolezzo, interessa un sacco di gente. Scanzonata la prosa, leggera, come leggere (senza offesa) e acquee devono essere queste esistenze di nuotatori in questione, ecco che la Rodotà ti serve un bel pezzo sul Corriere, parlando di amore acqueo, amore liquido, amore che viene e che se ne va.
Dicendo a Marin, l'ex, senza tanti giri di parole, come avrebbe dovuto comportarsi. Capita, essere mollati. Capita. Però, insomma, chiedere indietro l'anello di fidanzamento, così non si fa...
Dice la signora giornalista del Corriere della Sera.

lunedì, dicembre 10, 2007

Riserva Indiana, ora il sito
Ora il blog si "allarga" nella rete, e nasce il sito.
L'indirizzo è il seguente: http://www.riservaindiana.info/

Vi segnalo , dentro al nuovo sito di Riserva Indiana, il racconto "sportivo" di Fabio Palma, speologo, scrittore, alpinista e uomo d'azienda.

giovedì, novembre 29, 2007

I sabati del Ghisallo, parlando di ciclismo
Al via, ospitati e organizzati dal Il Museo del Ciclismo – Madonna del Ghisallo, i pomeriggi dedicati alla storia del ciclismo che vedranno la partecipazioni di vari personaggi e protagonisti.
Gli incontri si svolgeranno presso la sala conferenze dalle ore 15,00 alle ore 17,00, e saranno introdotti dal direttore del museo Massimo Pirovano. Ecco il calendario:

Sabato 24 novembre 2007
Fiorenzo Magni: Dalla bicicletta al museo
Sabato 15 dicembre 2007
Gianni Bugno: I miei campionati del mondo
Sabato 12 gennaio 2008:
Ercole Baldini: Il mio record dell’ora
Sabato 26 gennaio 2008
Franco Ballerini: Dalla Roubaix alla Nazionale
Sabato 9 febbraio 2008
Carmine Castellano: Vent’anni di organizzazione del Giro d’Italia
Sabato 23 febbraio 2008
Floriano Albé
Nell’officina del Gigante: Giannino Albé costruttoredi biciclette a Legnano nel ‘900
In occasione dell’ultimo incontro sarà inauguratauna nuova esposizione sulla bottega delmeccanico ciclista.Storie di ciclismo.

venerdì, novembre 23, 2007

Ciclisti, nani e ballerini: la folle vita dei pistards


Il più canterino? Danilo Napolitano. Il più ballerino? Danilo Napolitano. Insomma, giù dalla bici, a fianco alla pista prefabbricata montata in un padiglione della nuova Fiera di Milano in occasione dell'ultima edizione del Salone della bici, il velocista passista della Lampre dimostra di essere un tipo intraprendente. E curioso. Lancia occhiate a destra e a manca. Che cosa starà cercando?
(foto di Claudio Olivares)



Voci e suoni dallo zériba, che è quel recinto aperto all'interno delle elisse dei pistard dove il pubblico può sfiorare i corridori. E solo questo, per il popolo dei cicloappassionati è un miracolo, obbligati a inselvatichirsi davanti alla tv, o assistere dal vivo ad uno sprint, emozionante fin che vuoi, ma che si brucia in un nanosecondo. No, in pista è tutto un altro spettacolo. Intanto puoi rompere le scatole al russo Popovich, un Eddy Merckx mancato, che ti può accompagnare nei pressi dei polpacci di Paolo Bettini per scattare la foto accanto al tuo beniamino. Nel calcio, scene del genere le puoi sognare solo di notte.



Nello zériba, più che alla critical mass (riunione di ciclisti urbani politicamente impegnati), si bada alle miss. Graziose e svolazzanti. A "caccia" ci vanno i corridori, quando nella corsa dell'americana, provano a guadagnare il giro sugli avversari, ma anche le fanciulle, come cacciatrici, certo non scherzano.



Il più goloso? Filippo Pozzato, che giù dal sellino degusta torte di frutta a go gò. Il più allegro? Alessandro Ballan, il trionfatore a sorpresa del Giro delle Fiandre 2007. Il più fotografato dai bambini? Paolo Bettini. Insomma, ciascuno ha il suo motivo di frequentare lo zériba. C'è il reporter navigato, specializzato di ciclismo, che si ostina a rovinare le suole delle scarpe, e come un cane da trifola è eternamente in fregola di trovare uno scoop. Son già trent'anni che batte il marciapiede, chissà che cosa avrà scoperto... Poi arriva l'ex, è il turno Bugno. Getta uno sguardo sicuro ed ad ampio raggio sull'area dello zèriba, come di uno che conosce l'ambiente; poi parla concitato con un organizzatori, stringe la mano ad un paio tifosi. Sorride, finge spesso di riconoscerli. Poi sparisce. E' un ex, appunto.


Sulla pista, pendenza in curva al 50 per cento, le acrobazie dei pistard, la puzza di benzina nella gara dietro le moto, le accelerazioni violente di Marco Villa (in coppia con Bettini), l'apoteosi dell'americana, come un gran finale scoppiettante di fuoco d'artificio. La vittoria, per un punto al campione del mondo, dopo una sera ad inseguire. Il punto che fa la differenza.
Post scriptum: a Milano è tornata la voglia di Sei Giorni, nel 1999 l'ultima edizione. Sul filo dell'entusiasmo, se ne farà qualcosa?

(Angelo De Lorenzi)

martedì, novembre 20, 2007

Concerto verticale: musica, parole e montagna


Questa sera, 21 novembre, a Monza "Concerto Verticale" scritto da Fabio Palma, alpinista, scrittore, e non so che cosa d'altro. L'appuntamento è alle 21 al Teatro Binario 7, proprio vicino alla stazione.



Fabio, che ho conosciuto da poco, ha idee interessanti e una passionaccia per la montagna. Ha scritto diversi libri le cui presentazioni puoi trovare sul suo sito.



La Gazzetta stramba, Verdelli il timoniere



La Gazzetta cambia pelle e da aprile la troveremo nel formato tabloid Il direttore, Carlo Verdelli, così spiega a Prima comunicazione: "facciamo un ragionamento generale. Quando nei quotidiani si va incontro a grosse difficoltà, le strade che uno ha davanti sono due, le solite due: o cerca di arrestare il declino frenando a più non posso; oppure cerca di strambare. Sì, cambiare strada, direzione… Questa seconda strada è quella che i direttori preferiscono. Perché mentre strambi ti dai da fare, reagisci, inventi qualcosa… e poi c’è questo mondo, questa società che ti dà una mano… Perché qui tutto cambia, ogni giorno”.

Verdelli aggiunge anche: “Abbiamo scelto il formato ‘berliner’, quello del Guardian o della Stampa, che permette con più pagine di fornire la stessa quantità d’informazione dell’attuale”, dice Verdelli. “Ben inteso, ho una grande paura ad andare a toccare così profondamente un prodotto che ha radici così profonde. È un rischio che, però, non si può evitare di correre. In ogni caso, voglio arrivare a questa rivoluzione con una Gazzetta lanciata, forte, credibile, con più lettori, non con un giornale che arranca verso la boa e da lì cerca di ripigliare il vento”.

sabato, novembre 03, 2007

Il ciclismo all'equatore, pensando a Coppi


Una segnalazione. E' uscito il nuovo libro di Marco Pastonesi per i tipi della Ediciclo, ci racconta l'altro ciclismo, fatto di storie divertenti, eroiche, incredibilie sconosciute. Il ciclismo incontrato anche da Fausto Coppi, prima di lasciarci e darci appuntamento altrove.

"In Africa c'è il ciclismo 'altro', non saprei dire quanto eroico.Ma le divise improvvisate, la penuria di tubolari, il mangiaree dormire come capita, le strade sterrate (rosse qui, non bianche),la passione di fondo sono collegati, se non imparentati."

lunedì, ottobre 29, 2007

Requiescat in pacem? Dalla parte di Marco Pantani


L’ultimo post di Quasi Rete, il blog della Gazzetta, parla della dolorosissima vicenda di Marco Pantani. E lo fa con un monito, assai sensato, che qui riassumo con queste parole che ho estrapolato: (…) Eppure, al di là delle buone intenzioni, che sta accadendo? Brunel ha fatto la sua inchiesta, dice che ci sono troppe lacune nelle indagini e che tante domande non hanno risposta. Neanche il tempo di far sapere che c’è il libro, ed ecco il caravanserraglio mediatico rimettersi in moto. Sì, proprio “parte di quel mondo che ha tolto la vita a Pantani” – per dirla con Brunel – adesso va dalla mamma di Pantani, dal medico dell’autopsia, dagli avvocati difensori di questo e di quella, dai giudici più o meno istruttori.

Tutto questo per dire, con la rabbia dovuta ad un eroe moderno che ci ha fatto sognare, che Marco Pantani va lasciato in pace”

Certo, Marco andrebbe lasciato in pace. Marco va lasciato in pace. Agli amici di Quasi Rete vorrei dire, fra l’altro, di sperare, nel mio piccolo, di non far parte di quel caravanserraglio mediatico che si mette in moto, incalzato da una notizia o da una semplice ipotesi. Insomma, meglio correre il rischio di scriverne e parlarne che liquidare Marco con un paio di righe, che finiscono in un minuscolo colonnino.

Con le dovute cautele, con le giuste cautele, lascerei che esistesse il diritto d’informazione. Meglio, la libertà di parlarne come è capitato a me sabato discutendo con il mio parrucchiere. Perché Pantani -mi pare - ha rappresentato uno spicchio importante sportivo e sociale del nostro Paese e perciò non va rimosso.

Riepiloghiamo. Un giornalista francese, Philippe Brunel dell’Equipe, ha scritto un libro ricco di particolari inediti che ha fatto tornare in qualche modo d'attualità il caso. Ma al di là della cronaca, non mancano taluni spunti che fanno parte di questa nostra Italia. Perché non parlarne?

Un esempio: non può lasciare indifferente l'atteggiamento di mamma Tonina. Lei ha sempre sostenuto che suo figlio è stato ucciso. Lei è convinta - da quanto leggiamo sui giornali - dell'assoluta buona fede di Marco, uno che dava fastidio anche all'ambiente del ciclismo, così si è espressa.

Ecco, colpisce molto. Personalmente mi ha colpito molto questo atteggiamento della mamma, per nulla scontato. Fiero e ribello allo stesso tempo. E, vorrei anche direi, monco di ragioni perché accecato dall'amore di madre.

Dall'altra parte ci sono i dubbi sollevati da un giornalista su come sono state condotte le indagini dopo la scomparsa del corridore e - in risposta - la fredda ma anche pragmatica e quindi efficiente risposta della burocrazia di un apparato - la procura - che forse ha trattato il morto come se fosse una persona come tutti, uno di noi.
Ecco, fosse accaduto a nostro cugino, probabilmente le cose sarebbero andate nello stesso modo. E non è che la cosa non mi dispiaccia. Non ci sono morti di serie A o B, vip o gente comune.
Non sappiamo nemmeno se queste persone si siano mai occupate di ciclismo in vita loro, se hanno mai applaudito, una volta e magari "sbaglio" alle imprese del Pirata. Questo non lo sappiamo ma non è importante.

Da quello che emerge dalla lettura dei giornali, la procura si è comportata seguendo una via diretta, che potremmo anche dire spiccia, non immaginando di avere davanti un Marco Pantani, piuttosto un signor Brambilla qualsiasi. Hanno già riferito che l'indagine non sarà aperta e che "l'indagine è stata condotta con scrupolo". Su certe stranezze sono arrivate le puntualizzazioni come quella del medico Giuseppe Fortuni che dice di aver rispettato tutte le norme eseguendo tutti gli esami chimici e macroscopici che poi avrebbe svolto nell'istituto di medicina legale di Bologna. Durante il viaggio sarebbe stato affiancato da alcune auto e solo dopo avrebbe saputo che si trattava di giornalisti. Quindi avrebbe deciso di portare i reperti non all'istituto, dove di notte non c'era sorveglianza, ma in una cantina che si trova sotto il suo studio collegato alla sua abitazione. Poche ore dopo, appena si è fatto giorno, avrebbe portato i reperti all'istituto. "Con questa storia del cuore nel frigorifero di casa - ha dichiarato a Repubblica - credo si stia facendo una tempesta in un bicchier d'acqua". Tutta l'inchiesta parte da un dato inconfutabile: Pantani è morto a causa dell'assunzione di cocaina. L'autopsia l'ha confermato.


Gli inquirenti, partendo da questo, hanno ritenuto inutile rilevare le impronte digitali - "in un albergo sono sempre tantissime". Le lesioni trovate sul corpo di Pantani erano undici, nove delle quali superficiali. Due solo di un certo rilievo, non frutto di difesa passiva o attiva, secondo gli inquirenti. Quindi provocate dal fatto che la stanza è stata messa a soqquadro e perciò gli inquirenti sposano la tesi che sia stato lo stesso Pantani a mettere in disordine la camera.

Rimangono però alcune delle perplessità sollevate dal giornalista dell'Equipe, forse però insufficienti per far riaprire l'indagine; per esempio che non si sa ancora bene che cosa accadde in quelle dieci ore nella stanza di Pantani, che "ci fu il tentativo immediato di dipingere l'ex corridore come un personaggio ormai delirante, fuori di sé, mentre tutte le testimonianze del processo in corso smentiscono completamente questo quadro" Inoltre, sempre a Repubblica Brunel ha detto:" Già nel giugno scorso la madre di Pantani, in una intervista, mi disse di aver incontrato il proprietario del residence, De Luigi. E che questi gli avrebbe confessato che non fu Pantani a distruggere la sua stanza. Forse andrebbe interpellato". Da ciò che emerge fino ad oggi, qualche ombra c'è ancora, comunque. Varrebbe la pena chiarire per il bene di tutti. Compresa per il bene di Marco, per la sua memoria.

Postilla: Giulio Ferroni, docente di letteratura all’Università La Sapienza Roma, dedicò un giorno un cameo a Marco Pantani, pubblicato sul settimanale Diario – ora non più in edicola - e raccolto anche in un volume dal titolo “Dizionarietto di Robic, centouno parole per l’altro millennio”.


“A noi ciclisti Pantani ha dato l’illusione (forse effimera, forse mitologica) che entro l’apparato sempre più ultratecnologico, ultramercantile, ultrapubblicitario, postmoderno e multimediale, dello sport ufficiale chiamato ciclismo, possano persistere e balzare in evidenza residui di un antico ciclismo corposo e terragno, legato ad una provincia italiana solida ed ostinata, a quella che taluni chiamarono l’umile Italia, insomma l’Italia di Bartali e di tutto Coppi…”
A Ferroni mancava di commentare anche questi ulteriori passi della vicenda umana e sportiva di Pantani. Ma, forse, non sarebbe andato oltre a ciò che ha scritto nel suo “Dizionarietto”, come se le sue parole avessero già una sua natura profetica.


(A.d.L)

Dieci risorge, si fa per dire

Ricevo una segnalazione di Francesco Facchini, giornalista sportivo, che pubblico volentieri.Il "rumors" è l'imminente riapertura di Dieci, il quotidiano sportivo, diretto da Ivan Zazzaroni, aperto e chiuso in un men che si dica. Una vicenda che ha lasciato parecchi strascichi fra giornalisti e collaboratori della testata.

Cosi esordisce Facchini; "L'ho ricevuta nel pomeriggio e, come d'incanto, mi sono ricordato che vivo in Italia, un paese nel quale il giornalismo libero non esiste quasi più e nel quale viviamo un pesantissimo deficit di democrazia se succede quello che c'è scritto nella mail che leggerete qualche riga più sotto".
Il resto della storia la potete leggere sul sito di Francesco.

sabato, ottobre 27, 2007

Pantani come Tenco?/2


Un libro, una mamma, un ragazzo - suo figlio - che se ne è andato il giorno dedicato agli innamorati, febbraio 2004. Un'inchiesta, i giornali che ne parlano. E i tifosi che ancora ricordano. Le sue fughe. Le sue imprese. Le sue cadute. Tutt'altro che una storiaccia.

Certo, una storia piena di contraddizioni. Ma una storia vera che attinge alle cose che sono accadute realmente nel mondo del ciclismo, e di tutto ciò che è ruotato attorno ad esso in tutti questi anni.


Comunque, la si giri questa storia. Comunque la si racconti, dall'inizio o dall'epilogo, da Madonna di Campiglio o dall'Alpe d'Huez, qui stiamo parlando di Pantani, cioè il ciclismo.
Alla luce dei fatti nuovi contenuti nel libro di Philippe Brunel (Vie et mort de Marco Pantani), ed Grasset) di cui ha ampiamente scritto Gianni Mura su Repubblica, la famiglia chiederà che sia riaperta l'inchiesta sulla notte del 14 febbraio 2004. Mamma Tonina non ci sta. Non c'è mai stata. A Repubblica ha detto:"Marco lo hanno fatto fuori, lo so. L'ho detto subito e continuerò a dirlo, anche se c'è chi mi fa passare per pazza". Ma perché uccidere Marco?"Il motivo era che mio figlio era una persona che quello che pensava diceva. E voleva dire quello che c'è di marcio nel ciclismo".


Certo, avrebbe potuto farlo prima, avrebbe avuto altre occasioni per dire le cose come stavano. Ma, o non ha voluto parlare o gli è stato impedito. Non ci sono in questo caso, le vie di mezzo.
Ciò che è accaduto quella notte lo sappiamo ma in termini generali. Il giornalista, con le sue rivelazioni, potrebbe contribuire a riaprire il caso.

Vediamo in sintesi, dunque, che cosa avrebbe scoperto Philippe Brunel, fatti che lo portano a dire - intervistato da Repubblica - che "l'indagine svolta da voi in Italia è stata superficiale e frettolosa".

NELLA CAMERA CON PANTANI C’ERA UN’ALTRA PERSONA?

1. Non sono state effettuate perizie sulle impronte digitali rilevate sulla scena del ritrovamento del cadavere. Questo, semplicemente, perché le impronte non sono state rilevate. Perché non sono state rilevate?Pare che il medico legale quella sera decise che non ce ne fosse bisogno.
2. Nella stanza entrarono varie persone dopo la scomparsa del corridore, prova ne è che pochi giorni dopo qualcuno, di cui si ignora ancora l'identità, cercò di vendere ai settimanali le foto del cadavere del corridore.
3. Da ciò che ha scritto Brunel, emerge un particolare inquietante che potrebbe anche dire molto oppure anche pochissimo, nell'eventualità che fosse fosse riaperta. Il medico legale, la sera dell'autopsia si portò a casa il cuore del corridore. Sempre secondo la ricostruzione di Brunel il medico era stato messo in guardia da non meglio precisati pericoli e mancava il guardiano dell'obitorio.
4. Non ci fu il sequestro delle videocassette di sorveglianza dell'albergo e nessuno perciò sa che cosa filmarono quegli apparati.
5. Pantani è morto per aver ingerito un grosso quantitativo di cocaina che è stata trovata in quantità sei volte superiore alla dose letale nell'esofago e nella bile. La modalità di assunzione, alquanto anomala, può far sorgere qualche sospetto. Il più
elementare: e se fosse stato costretto da qualcuno ad ingerire questa enorme quantità di droga?
6. Un altro particolare potrebbe indurre a credere che nella stanza dell'albergo non ci fosse solo Marco Pantani. Nessuno, infatti, è riuscito a spiegare la presenza di due confezioni di cibo cinese take away. Primo perché Pantani non amava quel tipo di cucina. Secondo, fatto più importante, né dal suo telefonino, né dal
telefonino fisso è mai stato chiamato un ristorante cinese. Al mattino quelle scatole non c'erano - secondo quanto riferito dalle cameriere - quindi le ha portate lì qualcuno prima che Pantani morisse.
7. La stanza appare devastata, anche secondo quanto si vede dalle foto apparse sui giornali (Repubblica ne riporta due inedite nel numero apparso sabato 27 ottobre 2007 in edicola), come se si fosse abbattuto un uragano. Brunel si chiede:"Come è possibile che un uomo faccia tutto ciò e non riporti nemmeno un graffio sulle mani
oppure un'unghia spezzata?".


(Angelo De Lorenzi)

venerdì, ottobre 26, 2007

Pantani, un caso da riaprire


Un libro scritto da Philippe Brunel, inviato dell'Equipe, dal titolo ""Vie et mort de Marco Pantani", editore: Grasset & Fasquelle, riporta alla luce la vicenda del corridore romagnolo, rivelando particolari inediti come il fatto che il medico che eseguì l'autopsia si portò a casa il cuore del Marco Pantani in un contenitore overdose. Tanti i dettagli mai chiariti.

Il giornalista francese mette sotto accusa l'inchiesta della magistratura, piena di ombre come gli ultimi terribili mesi del "Pirata". Gianni Mura, il decano dei giornalisti sportivi, grande esperto di ciclismo e raffinato autore anche di un romanzo ambientato in questo mondo, scrivendone su Repubblica, si pone molte domande, alcune molto interessanti. Per esempio: per quale motivo un libro-inchiesta su Marco è stato scritto da un giornalista francese e non da un italiano? Mura azzarda un'ipotesi. "Andava bene così. La morte di Pantani è, ed è stata, molto scomoda. Sì, ci voleva un francese, uno straniero,

Brunel per ricostruire i fatti è stato a lungo nella Romagna d'inverno, e ne racconta i toni lividi, lo squallore, l'assenza di turisti ma la presenza di spacciatori, di hostess che fanno le puttane o viceversa, e questo era un passaggio obbligato. Ma ha anche visto foto e filmati dell'autopsia, ha scoperto particolari macabri, come quello del perito che, per timore che il cuore di Pantani fosse trafugato dall'ospedale, se lo porta a casa, in un contenitore apposito, e lo nasconde in cucina, senza dire nulla alla moglie.

A un certo punto mi son messo a pensare che l'inchiesta sulla morte di Pantani assomigliava un po' a quella fatta per Luigi Tenco, 40 anni fa a Sanremo. Un morto scomodo, da qualunque parte lo si prendesse. Un'indagine da chiudere alla svelta".

Da parte mia, mi riservo di esprimere la mia opinione personale sul caso, almeno fino a quando non avrò ancora letto il libro del giornalista francese. Come minimo, alcuni dettagli rivelati dal libro del giornalista francese andrebbero approfonditi. Senza pescare troppo nel torbido, alla fine. Anche se è davvero difficile, in questi casi.

Il "pezzo" di Gianni Mura su Repubblica.it

lunedì, ottobre 15, 2007

Vito Taccone, la rabbia e la classe

Il cuore di Vito Taccone non ha retto l'emozione. Di tante polemiche, di tante salite, di tante discussioni e forse di un epilogo umano che non si meritava sino in fondo. Oppure, semplicemente, se n'è andato perché così doveva essere. L'uomo che ravvivava il siparietto nobile del Processo alla Tappa di Sergio Zavoli, ci ha fatto ciao ciao ed è salito verticale, su nel cielo, rabbioso, ce lo immaginiamo, come quando pedalava sulla tremenda erta del Muro di Sormano. Proprio nel 1961 vinse il Giro di Lombardia che percorreva quell'anno il durissimo Muro di Sormano. Un feeling con la verticalità da camoscio che non avrà certo smarrito, nemmeno oggi.

Come dice Wikipedia, Venne soprannominato "il camoscio d'Abruzzo" non solo per le sue qualità di scalatore, ma anche per il suo carattere irruente. Di lui si ricordano tanti litigi, come quando nel Tour de France del 1964 venne accusato di aver causato diverse cadute negli arrivi in volata per i suoi scatti scomposti; la tensione con gli altri atleti culminò in una scazzottata con il corridore spagnolo Fernando Manzaneque. Forse, però, si dimenticano i meriti agonistici, il suo valore di corridore, la sua tempra di scalatore di razza.

giovedì, settembre 20, 2007

Scrittori di sport/1


Quali sono gli scrittori, e quali le loro opere, che hanno posto lo sport al centro dei loro racconti e romanzi, o comunque hanno un ruolo di una certa importanza?


Ecco una prima e approssimativa, lista. L'elenco contiene soprattuttol'indicazione di testi di narrativa-poesia e sono esclusi i saggi o le storie delle discipline. Seguiranno altri aggiornamenti. Qui se vuoi approfondire. (foto tratta dal sito dell'Inter)

mercoledì, settembre 19, 2007

Cartolina dalle vacanze. Spagna Oceano Atlantico




Celebrity Speakers Association sbarca in Italia

Il gruppo internazionale nato negli Usa più di venti anni fa che si occupa di organizzare la partecipazione di personaggi noti a meeting, convegni e ad ogni altro tipo di manifestazione, sbarca in Italia. A dirigerla è Marina Leo. Tra i personaggi più noti che lavorano per l'agenzia c'è Kissinger, Kohl, Bob Geldof, Pelè,Lance Armstrong e Pierluigi Collina.

Nella sede varesina della società si sta lavorando per ampliare l'offerta dei personaggi italiani. Tra i primi personaggi italiani che hanno aderito alla proposta figurano l'esperto di blog Marco Montemagno e gli sportivi Massimiliano Rosolino (nuoto) e Silvio Mondinelli (alpinismo).

Prima Comunicazione di settembre ha dedicato un articolo all'argomento.

martedì, settembre 04, 2007

Berlusconi sottostima Google e fa male

Stefano Lorenzetto su Il Giornale ha intervistato Massimiliano Magrini, ovvero il signor Google in Italia. Un botta e risposta fra il giornalista e il manager molto interessante che descrive lo stato dell'arte dei rapporti fra "vecchi" e "nuovi media".

Ecco, ad esempio, una domanda. E la risposta pubblicata.
Arthur Sulzberger, proprietario del New York Times, considera Google «un formidabile concorrente».

«Due anni fa in California ho incontrato il suo amministratore delegato. Diceva che oggi sarebbe impensabile un quotidiano privo di un sito. Il Web è l’unica strada che i giornali hanno per competere con la Tv e Google gli dà una mano a farlo».

Dagospia ha pubblicato il testo.

venerdì, agosto 31, 2007

Crovi, lettore generoso

Ci ha lasciato Raffaele Crovi. Come ricorda Biondillo su Nazione Indiana "Collaboratore di Vittorini, scopritore di talenti - da Doninelli a Nigro a Sclavi e tanti altri - lettore curioso, editore, uomo di cultura a tutto tondo, autore autenticamente novecentesco".

Personalmente ebbi modo di ascoltarlo durante una serata organizzata da Andrea Pinketts: parlò della storia dei giallisti italiani. Fu una serata molto bella. L'argomento si rivelò interessante, trattato con dovizia di particolari, con competenza e quel granello di spensieratezza necessario per parlare di queste cose.

Luca Doninelli su Il Giornale parla di lui in modo non convenzionale. Con un incipit che, quasi, gela: "Quasi tutto quello che io e Raffaele Crovi avevamo da dirci non ce lo siamo detti". Una testimonianza "ruvida" e vera. Il titolo di questopost "Crovi, lettore generoso", è mutuato dal pezzo scritto da Doninelli.

Il ricordo di Gianni Biondillo su Nazione Indiana

e Doninelli ne scrive su Il Giornale

venerdì, agosto 24, 2007

C'era una volta il freelance? Sicuramente. Ci sarà domani? Chissà

Con il consenso verbale dell'autrice e con l'onere di citare la fonte, ho il piacere di pubblicare qualche stralcio di un articolo molto bello e interessante sulla professione di giornalista scritto da Rossella Righetti, storica pioniera del giornalismo di viaggi. A consacrare l'autrice anche la benedizione di una citazione di Giorgio Bocca a proposito degli esperti: "il Max Monti, la Oldrini, la Righetti". Il pezzo è apparso sulla rivista Giornalisti, nel numero di maggio-giugno 2007.

A fine lettura di questo contributo, il rischio è di rimanere disilluso specie chi coltiva l'ambizione, il sogno, il desiderio mai sopito - magari a distanza da anni rispetto a quando ha intrapreso la professione - di abbracciare il mestiere di giornalista in una delle sue forme più libere e appassionanti: scrivere di viaggi, di posti esotici e lontani andandoci di persona vivendo di questa professione. Insomma: giornalista free lance, che vuol dire non contrattualizzato, col divieto di restare incollato alla scrivania e la libertà di esprimersi. Pagato con un contratto di collaborazione oppure a singolo pezzo. Campando solo di questa professione.

Ma racconta meglio tutto ciò la Righetti:"
Dal 1974 scrivevo di viaggi per l'Europeo: non mi sono mai occupata d'altro. A portarmi, senza fare la gavetta, fra i collaboratori di una testata tanto prestigiosa al mio battesimo giornalistico, era stata una serie di circostanze fortuite e fortunate (...)

Erano gli anni in cui il giornalismo legato ai viaggi emetteva i primi vagiti. C'era tutto un mondo da scoprire. Paesi che si andavano aprendo ai primi visitatori. Tour operator che nascevano. Il turismo di massa non era ancora quello stressato di oggi, nè imperava la mania del lusso sfacciato e dell'effimero.

Un settore nuovo ed entusiasmante per chi coltivava un animo vagabondo. E, pur con tutte le frivolezze del caso, il più simile al lavoro dell'inviato, sogno che covavo fin da ragazzina. La materia la conoscevo ed ero in grado di scriverne. E, oltre alla scrittura, richiedeva saper viaggiare, cavarsela con le lingue e, allora, anche una buona dose di spirito d'avventura per partecipare ad un trekking sull'Himalaya o a una spedizione in Africa, per entrare fra i primissimi visitatori in Tibet o in Iran (...)

Sorvolo, per non dilungarmi troppo, sui passaggi dell'articolo che riguarda specificatamente la professione (iscrizione alla Cassa Previdenziale dei giornalisti, eccetera) per estrapolare altre storie e aneddoti.

"Quando l'Europeo (cui avevo collaborato per oltre vent'anni, da Tommaso Giglio a Lamberto Sechi, direttori che conoscevano il mestiere e te lo insegnavano) chiuse i battenti, sperimentai cosa volesse dire essere freelance a tempo pieno. Fino ad allora, ero stata una privilegiata: ricevevo dal giornale 2.500.000 lire nette il mese, che negli anni Novanta, erano uno stipendio. Dopo dovetti riprendere le fila con le testate di viaggio, con cui, per fortuna, avevo contatti(...)".

E qui arrivo il momento forte dell'articolo.
" Mi sembra di raccontare "The Risining and Fall of The Freelance Profession" parafrasando il titolo di un documentario della Bbc sulla nascita e la caduta dell'Impero Britannico. Ma non dico nulla di nuovo nel ricordare come, nel giro di una trentina d'anni, nonostante l'inflazione, il costo della vita salito alle stelle, l'arrivo dell'euro, i compensi, quandonon sono rimasti gli stessi, sono andati al ribasso (...)

La cosa più triste però è che sono profondamente mutati i rapporti umani e il rispetto. (...)

Oggi, la proposta di un servizio per una patinata rivista di viaggi è accolta con una sorta di fastidio, tanto da indurti a rinunciarvi, visto che, se non vengono dalla redazione o da qualche raccomandato d'alto bordo, le idee sono considerate una seccatura (...)

I dati sono impressionanti. Solo un 10 per cento di fortunati freelance raggiunge i 25.000 euro lordil'anno. Tutti gli altri (compresa la sottoscritta) guadagnano meno, molto meno, certo non quanto basta per vivere decorosamente. (...)

C'era una volta il freelance? Sicuramente. Ci sarà domani? Chissà.

L'informazione cresce su internet, uno studio lo dimostra

Uno studio del Joan Shorenstein Center on the Press, Politics and Public Policy, John F. Kennedy School of Government, Harvard University, dal titolo, "Creative Destruction: An Exploratory Look at News on the Internet, apparso nella metà di agosto, fa il punto della situazione sulla fruizione e produzione di news nella rete.

Lo studio arriva in sostanza alla conclusione che Internet è diventato il canale di informazione centrale per gli americani. Come i telegiornali hanno indebolito i giornali del pomeriggio e l'informazione via cavo ha indebolito i tg, oggi Internet rosicchia pubblico a tutti gli altri media.
Ne parla diffusamente Luca Conti su Nova 24

Interessante, comunque, mi sembra andare a leggere anche lo studio nella sua interezza.

giovedì, agosto 23, 2007

Si riparte da Dieci mentre s'incontrano i blogger dell'Est e dell'Ovest

Finite le vacanze. Peccato. Peccato davvero. Ma l'entusiasmo per bloggare non manca. Da oggi Riserva Indiana, dopo un lungo periodo che lo ha portato ad esplorare varie strade informative, si occuperà sempre di più del mondo della comunicazione, sia off, sia on line. Il taglio adottato cercherà di essere sempre più di servizio, offrendo link, risorse e segnalando anche, dove possibile, opportunità professionali.

Vorrei ampliare sempre più lo sguardo verso esperienze straniere e metterle al confronto con il panorama dei media italiani.
Per molto tempo, nelle settimane passate, mi sono occupato delle vicende del quotidiano sportivo Dieci, accorgendomi, che l'argomento - rispetto ad altri - riscuoteva molto interesse.
Sono giunto alla parziale conclusione di essere riuscito in questo modo, e involontariamente, a identificare un potenziale target di lettura del sito:

1) studenti interessati al mondo della comunicazione/giornali
2) giovani appassionati di giornalismo e comunicazione
3) lettori appassionati di sport4) addetti ai lavori/giornalisti
Ed ora ecco il primo contributo del nuovo corso di Riserva Indiana.

Su Pandemia il sempre informatissimo Luca Conti segnala un incontro organizzato dall' European Journalism Centre per partecipare alla prima European Bloggers (Un) Conference “East meets West”.

L'obiettivo della manifestazione è far incontrare blogger dell'Unione Europea e dell'Europa dell'Est per confrontarsi su esperienze, scambiare opinioni sul rapporto tra blog e media, giornalismo partecipativo, ognuno dal suo punto di vista.

Quattro sono le tracce della due giorni di lavori:

“Citizen Journalism: How and When It works”
“Blogging in Dangerous Places: Security Issues”
“Future of Media: Old vs New”“Building Successful Web2.0 applications”

L'evento si svolgerà ad Amsterdam il 27 e 28 settembre prossimi ed è libero previa registrazione.

giovedì, luglio 19, 2007

Guadalupi vuole rilanciare Dieci: lo dice Prima comunicazione


Del caso "Dieci" continua ad occuparsene la stampa e non solo, visto che personalmente ricevo mail da ragazzi che per motivi di studio sono interessati alla vicenda.

Prima Comunicazione, nel fresco numero in edicola, sofferma la propria attenzione, in particolare, sul nuovo direttore - diventato tale alla fine di giugno.

"Enrico Guadalupi
si sta dando un gran da fare - recita testuale il mensile - per far ritornare il quotidiano sportivo in edicola entro la fine del mese. Per riuscire nell’impresa deve assumere 35 giornalisti per le redazioni di Milano e di Roma.Il giornale - ricorda Prima Comunicazione - non esce dal 20 giugno, quando i giornalisti si sono messi in sciopero contro il mancato pagamento degli stipendi di aprile e di maggio.

Per contro il 26 giugno i redattori di Dieci hanno trovato appeso alla porta della sede milanese di via Vitruvio un cartello che annunciava il loro licenziamento per giusta causa. Motivo: non avere lavorato nei sei giorni precedenti. L’editore ha anche comunicato, con una lettera del presidente di garanzia Mauro Conta, di riservarsi “altresì di valutare una richiesta di danni subiti a causa della reiterata posizione assunta da tutta la redazione”. Immediata la reazione del sindacato dei giornalisti".

mercoledì, luglio 18, 2007

Sarkozy, "le president", s'inchina a Re Tour


Ieri al Tour (foto Lampre), nella tappa del Galibier, abbiamo visto la Francia; questa frazione sarebbe piaciuta molto a Roland Barthes, l'intellettuale francese che in uno dei suoi scritti più celebri, Miti d'oggi, raccontavadel significato della grande corsa, non solo per i francesi. Significato e significati che vanno benoltre la cifra agonistica.

Tour de France come epopea. Con nomi e toponimi, scolpiti nella geografia umana e orografica dell'Hexagone. Ieri, per la prima volta, un presidente francese è salito sull'ammiraglia. Sarkozy è stato fagogitato dal Tour, volendolo dominare ne è stato anche inghiottito. Salendo sull'ammiraglia ha espresso un gesto di sovrano potere, nel popolo, fra il popolo. Inghiottito dalla telecamera, protagonista e nello stessotempo nano, in scia ai corridori. Si è dovuto inchinare, levandosi la giacca, al colombiano Soler, pedalatore colombiano che vive in Italia, il vincitore e protagonista della tappa.

Il presidente ha allo stesso tempo realizzato un sogno da bambino - veder la tappa dalla pancia della corsa - ed espresso un'azione da sovrano. Come negli antichi regni, il re si è inchinato ad un'idea più grande: il Tour. Questo è stato evidente quando Sarkozy si è trovato sotto al podio ad applaudire i leader delle varie maglie, incoronati dai baci di prammatica delle miss. Sembrava molto piccolo, schiacciato dal mito vivente del Tour.

Gianni Mura su Repubblica ci informa che Sarkozy è ancora tesserato come cicloamatore per il velocub di Neully, "anche se per motivi di tempo ha cancellato le pedalate di quattro ore nella valle della Chevreuse e quelle più corte dalle parti dell'ippodromo di Longhchamps".

lunedì, luglio 16, 2007

Rai News 24 crede nella rete

Interessante segnalazione di Luca Conti su Pandemia: ci dice che i media italiani stanno muovendosi sempre di più nella rete. Un bel esempio è dato da Rai News 24 che ha aperto un canale su You Tube. Si tratta di uno dei segnali importante della maturità della rete italiana.

Per capire un po' di più di che cosa si tratta ecco il video sul Golden Gala di Roma caricato da Rai News 24.

Il video della serata romana di atletica

Vedi anche http://www.sportsette.blogspot.com/

venerdì, luglio 13, 2007

giovedì, luglio 12, 2007

Video on demand, Mediaset ci crede

Mediaset si sta interessando sempre di più al video on demand.

Già ora sulla home page del sito www.mediaset.it, viene dato grande risalto proprio all'offerta dei video proposti. Ciccando si accede direttamente a video.mediaset.it, dove l'utente può contare su diversi contenuti "perfezionati" per il web. Ad ottobre le iniziative video sul web saranno potenziate.

Il Video On Demand di Mediaset si chiamera' Rivideo e offrira' all'utente quattro modalita' di fruizione, a seconda delle sue necessita' e disponibilita'".

Dunque via al download e podcast a tempo (visione dell'intero episodio o film con una durata precisa), a tempo indeterminato (senza limiti di tempo), streaming (visione del prodotto con inserti pubblicitari, il tutto gratuito) ed eventi live dedicati.

Saranno disponibili cinque tipologie di prodotto: fiction italiane (Carabinieri, ecc), serie Tv americane (O.C., smallville, ecc), il calcio di serie A e programmi tipo "Le Iene" o "Scherzi a parte". Le serie vengono offerte episodio per episodio a 1,99 euro l'uno.

mercoledì, luglio 11, 2007

E' nato




E' nato! Chi? Che cosa? Animation pro il blog dell’animazione e della spettacolarizzazione aziendale.


A questo indirizzo puoi trovare news, schede di approfondimento, link ad agenzie e a operatori del settore. Ed altro ancora.

Ti occupi di eventi aziendali? Comunicazione? Animazione? Convention? Incentive? Non sai chi invitare e, soprattutto, perché?

Visita il blog.

martedì, luglio 10, 2007

Il Tour de France? Meglio su internet


l Tour de France è un grande evento, non solo sportivo. Ma anche di costume. Lo puoi seguire, e bene, anche sulla rete.



All'indirizzo http://it.youtube.com/letourdefrance, ad esempio, c'è il canale dedicato al Tour de France.

Qui puoi anche trovare una vera e propria chicca, un filmato con la ricostruzione della partenza della prima edizione della Grande Boucle vinta da Maurice Garin, realizzata nel 1953 con tanto di folla in costume, ciclisti con baffoni, gendarmi a cavallo, giornalisti con bombetta.
http://it.youtube.com/watch?v=NElPDZOWv0k

A questo indirizzo, invece, puoi trovare una fantastica personalizzazione delle mappe di google dedicata al Tour in tempo reale con tanto di tracciato ed evidenziazione della posizione dei corridori durante la corsa: http://www.ubilabs.net/tourdefrance/

Il sito ufficiale http://www.letour.fr/

lunedì, luglio 09, 2007

Libertà dei blog? Si grazie

Su Pandemia.info il blog di Luca Conti, fra parentesi molto interessante, il blogger prende posizione su una dichiarazione rilasciata da Lorenzo Del Boca, Presidente dell'Ordine dei giornalisti, appena rieletto.
Il Del Boca pensiero recita così: "Nel paese dei ciechi, chi ha un occhio sembra vedere in modo straordinario. Ricordiamoci che dove il conformismo e l'omologazione sono la regola e' facile che i blog vengano visti come il maggiore strumento di liberta' di stampa'': il presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, non e' convinto la rete sia piu' libera rispetto ai media tradizionali, se non in quei Paesi dove non c'e' o e' molto scarsa la liberta' dell'informazione.
Del Boca lo ha detto nell'ambito di un dibattito, a Torino, sulla professione giornalistica e il futuro dei prodotti editoriali che ha preso spunto dal libro del giornalista Claudio Cerasuolo Paladini di Carta. ''A lungo andare - ha spiegato - illudersi che la liberta' sia nel cicaleccio della piazza resta un'illusione. Ci sono regole, scritte e non scritte, che restano immutate. I giornalisti devono essere testimoni dei fatti che raccontano e rimane buona norma non credere alla prima versione, ma interpellare piu' fonti. Nel rappresentarle poi bisogna saper usare equilibrio: in teatro il protagonista avra' piu' peso della comparsa e l'usciere meno di entrambi. Un blog invece rischia di scambiare i ruoli. Una notizia sbagliata puo' diventare una verita' mediatica''. I giornalisti - ha aggiunto - conquistano la liberta' ogni giorno attraverso la competenza, la conoscenza dei fatti".

Non sembra che, prese isolatamente le sue frasi, Del Boca abbia detto chissà quale cosa. Eppure sono suonate, nella sostanza, come una difesa corporativistica della categoria dei giornalisti. Luca Conti fa notare che "che le regole a cui Del Boca richiama i blog, spesso e volentieri sono violate da giornalisti professionisti e da testate giornalistiche registrate, vedi il caso del sesso prescritto per ansia, rivelatosi quanto meno risibile e ridicolo, oltre che non verificato. Blogger e giornalisti lavorano insieme nell'interesse della verità dei fatti e della democrazia delle opinioni, nei paesi dove la libertà di stampa c'è. Dove la libertà di stampa non c'è, i blogger vanno anche oltre, ricoprendo un ruolo pubblico che la stampa non è in grado di svolgere, vedi storie da tutto il mondo su Global Voices".

Una cosa è certa, mentre la discussione sarebbe infinita: dalle parole del Presidente dell'Ordine dei giornalisti, sembra che il fenomeno blog sia poco conosciuto, visto che lo assimila - nella sostanza - al cicaleccio da strada. Quando a libertà, imparzialità, eccetera e a tutte le belle parole di cui ci si infarcise spesso la bocca, bisognerebbe forse dire una verità semplice: i "puri" dell'informazione possono stare, o non stare, sia da una parte che dall'altra.

Comunque, equiparare i due mondi è piuttosto difficile, improbabilefarli scendere nell'arena di una competizione, almeno in Italia. Nel nostro Paese c'è un Ordine, per i blog no. I blogger rispondono a se stessi, alle proprie idee e alla comunità in senso lato, poiché non dovrebbero andare contro le regole della convivenza civile,osservando almeno le regole più elementari. I giornalisti devono rispondere anche, o soprattutto, agli editori. Chi è più libero?

Per gli approfondimenti
http://www.pandemia.info/

Dieci, ma non c'è più spazio per l'editoria sportiva?

Sulla vicenda di Dieci, il quotidiano sportivo ancora al centro di una vicenda assai travagliata, segnalo il posto pubblicato sul blog http://comesefossesport.blogosfere.it/che sembra mettere l'accento sull'impossibilità del mercato editoriale italiano ad accogliere più di quattro quotidiani sportivi italiani e sulla miopia deglieditori nell'investire in un progetto poco "pensato".

Buttarsi nel business dell'editoria sportiva sembra rendere, ma può rivelarsi un'illusione. Per dare una risposta convincente occorrerebbe però snocciolare qualche dato in più.

Personalmente sono convinto che ci possa essere spazio per più di un concorrente, ma occorre avere un progetto editoriale e manageriale molto solido. E guardare bene negli occhi la realtà, prima di partire.

giovedì, luglio 05, 2007

Speaker per le aziende, vanno di moda sportivi e giornalisti

Bill Clinton? 250 mila dollari per uno "speech", non un soldo in più, non un soldo in meno. Jack Welch, ex ceo della General Electric, non è certo da meno: considerato che non è mai stato alla Casa Bianca in qualità di presidente degli Stati Uniti, con i suoi 150 mila dollari a intervento, è il numero uno degli speaker tra i top manager.

Non se la passa male, in qualità di conferenziere, nemmeno l'ex premier spagnolo José Maria Aznar, che viaggia ad una tariffa oraria di circa 35 mila euro, cifra richiesta alle aziende dall'agenzia che lo rappresenta nel circuito delle conferenze. Nel mondo anglosassone e non solo, c'è un mercato particolare dove la parola vale davvero oro. Agenzie come l'inglese Celebrity Speakers Agency o la statunitense The Walker Agency di New York, rappresentano, avendone l'esclusiva, centinaia di professionisti dei discorsi, leader della motivazione, spesso grandi testimonial, eroi della politica (in "pensione") oppure sportivi che smessi i panni del campione, non si rassegnano a spolverare i vecchi trofei e le coppe riposte nelle teche e a vivere di ricordi, ma accettano di buon grado le proposte allettanti dei circuiti delle convention, delle grandi riunioni delle aziende o delle grandi organizzazioni.

I CAMPIONI DELLO SPORT SONO GRANDI MOTIVATORI
Matt Dawson, ad esempio, è stato un forte giocatore di rugby. Ha fatto parte della compagine della nazionale inglese, i "British Lions", che ha conquistato i Campionati del mondo nel 2003 in Australia.

Una volta abbandonata l'attività agonistica si è inserito alla grande nella realtà aziendale e partecipa a congressi, conferenze e seminari, in veste di conferenziere portando la sua particolare esperienza di atleta e campione. Che cosa è, in fondo, il mondo del business se non una grande partita da giocare sino all'ultima meta, conquistando metri di campo, fra una mischia e una touche? Non è un caso, che il rugby – molto seguito in Francia e nei paesi anglosassoni - sia una delle discipline che più si avvicina al mondo del business, costituito da regole, strategie di condotta, individualità dei singoli e capacità di amalgamare il gruppo-la squadra - in vista del raggiungimento degli obiettivi.

I campioni dello sport sono i migliori testimonial dell'impegno e della strategia, in questa doppia veste di leader motivazionali e insegnanti dotati di carisma. L'ascesa di Dawson che si è fatto largo all’interno del mondo degli speaker, è stata anche propiziata anche dall'impegno nel mondo dei media, commentatore per il Daily Telegraph e per la televisione, la mitica Bbc dove era ospite regolare in una celebre trasmissione.
Uno degli insegnamenti pratici di Dawson: studiare bene lo scenario, come se si avesse di fronte gli avversari alla vigilia della partita, selezionare bene gli obiettivi e concentrare i propri sforzi
per il loro raggiungimento.

Catherine Destivelle, nota campionessa di free climbing - fra le sue performance la conquista in solitaria della parete nord dell'Eiger a quasi 4 mila metri - è una delle motivational speaker più richieste: chiamata dalle aziende a partecipare ai loro incontri non si limita a raccontare le sue imprese, ma distilla consiglia e suggerisce strategie.

Jack Charlton, una delle leggende del calcio inglese è un personaggio di grande richiamo per questo ambiente. "Big Jack" che fece parte della nazionale vittoriosa ai mondiali del 1966, è uno di quei cosiddetti "Professional after dinner speakers" che è sovente chiamato, assieme a personaggi dello spettacolo, ad allietare gli incontri aziendali o le convention di più dopo cena, nei momenti durante i quali l'uditorio è maggiormente predisposto alla chiacchiera e il relax.

E IN ITALIA? UN NUOVO MERCATO CHE DEVE ANCORA CRESCERE
Se all'estero, specialmente nei Paesi anglosassoni, il fenomeno è ampiamente diffuso e i personaggi sono profumatamente remunerati, in Italia le cose sembrano andare diversamente. Intanto il fenomeno è più circoscritto. I conferenzieri di professione si contano sulle dita di un paio di mani. I cachet sono in genere più contenuti anche se non mancano le eccezioni. "Nel nostro Paese - spiega Ugo Vertucchio titolare dello Studio V&G S.r.l. - abbiamo due tipi di professionisti che partecipano agli eventi in qualità di speaker: i conferenzieri di professione e gli sportivi. Ex atleti noti al grande pubblico - spiega Vertucchio, o campioni ancora in attività vengono ingaggiati da agenzie come la nostra a partecipare a tavole rotonde per raccontare la loro testimonianza".
Atleti di successo come l’ex pallavolista Andrea Lucchetta, il canoista Antonio Rossi, i fratelli Abbagnale e, di recente, la coppia dei fratelli Bergamasco, grandi protagonisti del rugby, sono i testimonial ideali per trasferire ad un team aziendale, le motivazioni, che li hanno sorretti per il raggiungimento di un determinato obiettivo, attraverso l'analisi delle tappe che portano alla conquista di una vittoria.

Giornalisti e presentatori televisivi rappresentano l’altra faccia della medaglia. Professionisti della chiacchiera, i signori dell’argomentazione, gli specialisti della parola per eccellenza, ossia i giornalisti, non disdegnano di partecipare agli eventi aziendali in qualità di speaker. La scuderia di da Elio Rinasi, a capo di una nota agenzia romana, vanta personaggi del calibro di Andrea Vianello, il noto conduttore della trasmissione Mi manda Rai 3, Cesara Buonamici, Enrico Mentana e Michele Mirabella.
I cachet richiesti dalle agenzie sono su misura del personaggio: la notorietà fa schizzare in alto le quotazioni. Nel caso degli sportivi le tariffe sono in genere abbordabili, tranne nel caso di alcune star. L’ex arbitro internazionale Pierluigi Collina costa intorno ai 20 mila euro a conferenza, mentre per Marco e Mirco Bergamasco, gli eroi del rugby nazionale, la cifra richiesta si aggira intorno ai 3000 euro.


LE DISCIPLINE SPORTIVE PIU’ ADATTE PER I “MOTIVATIONAL EVENTS”

RUGBY
Strategia di gioco. Visione degli avversari. Tattica. Forza. Costanza dell’impegno. Capacità di applicare i moduli di gioco. Mentalità da “guerriero”. Capacità di innovare.
CALCIO
Visione del gioco. Tattica. Abilità. Team building. Conoscenza degli avversari. Capacità di leggere la partita.
ALPINISMO
Costanza dell’impegno. Resistenza alla fatica. Dedizione all’obiettivo. Tenacia. Capacità di reagire alle situazioni difficili. Adattabilità alle condizioni e agli imprevisti. Spirito di gruppo ma anche capacità di vivere da soli una situazione. Gusto della sfida e propensione all’avventura.
CANNOTTAGGIO
Resistenza alla fatica. Tenacia. Dedizione all’allenamento.
CRICKET
Precisione. Concentrazione.
ATLETICA
Capacità di gestire l’impegno fisico per tutta la durata della gara. Tattica di conduzione della prova. Dedizione all’allenamento. Impegno costante nel miglioramento dell’obiettivo.
PALLAVOLO
Strategia. Visione del gioco e degli avversari. Capacità di interpretare gli schemi di gioco.
JUDO
Intelligenza tattica. Forza. Velocità di esecuzione. Agilità.
BASKET
Precisione. Conoscenza degli schemi di gioco. Velocità di esecuzione. Capacità di concentrarsi sul singolo gesto atletico.
TENNIS
Visione del gioco. Velocità di esecuzione. Potenza e agilità. Tenacia dell’impegno agonistico.
CICLISMO
Adattamento alle condizioni climatiche. Tenacia, adattabilità alla fatica. Visione della corsa. Conoscenza degli avversari per stimarne le potenzialità. Propensione al superamento dei limiti fisici e psicologici.

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mercoledì, luglio 04, 2007

Gianni Mura, la soluzione è in salita


Fra pochi giorni inizia il Tour de France fra scandali e polemiche. Non mancherà all'appello nemmeno quest'anno Gianni Mura, uno dei decani del giornalismo sportivo, grande penna del quotidiano Repubblica, appassionato di ciclismo, funghi e gastronomia. Per i tipi della Feltrinelli ha pubblicato un romanzo, che è un giallo. Giallo su Giallo, appunto. Su Sportsette l'intervista.

Fiat 500, il lancio sul web


500 wants you, la piattaforma multimediale ideata e realizzata da Fiat insieme ad Arc e Leo Burnett Torino, ospiterà Welcome 500 live! trasmettendo in diretta streaming internazionale da Torino la serata di lancio 'Welcome 500' e la conferenza stampa di presentazione dell’auto. Le dirette il 4 e il 5 luglio.




martedì, luglio 03, 2007

SHERPAtv, al via la web tv sulla politica istituzionale


E' già online e verrà ufficialmente presentata domani SHERPATv, la nuova web tv di Claudio Velardi dedicata alla politica, italiana ed internazionale, con un punto di vista istituzionale.

Come guadagnare con internet (nel tempo libero)

C’è un uomo, negli Stati Uniti, che afferma di aver guadagnato con il suo blog nel mese di giugno qualcosa come $12,569.61.
Il suo nome è John Chow: online dispensa consiglia su come incrementare i guadagni con il proprio blog. Il modo principale per sfuttare la rete è aderire ai programmi di pubblicità. Il più conosciuto è Google AdSense, facile da utilizzare. Tuttavia il consiglio principale di John Chow è di non limitarsi a Google Adsense, ma sperimentare tutte le altre opportunità offerte dalla rete,
seguendo il detto che le proprie uova non vanno messe in un solo cestino. E lo spiega in un post particolarmente illuminante: http://www.johnchow.com/john-chow-dot-com-blog-income-report-june-2007/

Qui di seguito uno schemino riassuntivo degli introiti generati dal blog

ReviewMe $3,800.00
Affiliate Sales $3,213.02
Text Link Ads $1,506.71
Private Ad Sales: $1,440.00
Kontera: $1,000.00
Google AdSense: $778.90 Google AdSense
TTZ Media: $339.85
Buy Me a Beer: $219.39
FeedBurner: $201.74
Subscription: $70.00
Grand Total: $12,569.61

Il bello è che John dice che la sua attività di blogger non è altro che un’attività part time, praticamente un hobby.

lunedì, luglio 02, 2007

Paris Hilton? No, grazie

La giornalista Mika Brzeiznski non legge la notizia su Paris Hilton e diventa un caso che fa il giro delle televisioni e della rete.

Lei è la figlia del consigliere della sicurezza del presidente Carter ed ètuttora un guru di Washington. Mika è una star dei telegiornali della Nbc e del canale a cavo Msnbc. In Italia il suo gesto le sarebbe costato il posto. Negli Stati Uniti è diventata una star, Nbc e Msnbc hanno cavalcato l'evento e alla giornalista ora arriva un'email al minuto.

Ma, un dubbio, è tutto molto plateale: potrebbero averla combinata questa scena? Perché no?.

Giudicate voi, scaricandovi il filmato caricato su You Tube dallo staffdel blog di Beppe Grillo.


http://it.youtube.com/watch?v=C2ZFclfEMuE

Libertà per i cristiani, libertà per tutti

Irak, Indonesia, Egitto, territori palestinesi, Pakistan, Siria, Iran. In questi territori non c'è posto per i cristiani. L'Occidente rischia di dimenticarsene.

Mercoledì 4 luglio si svolgerà a Roma una manifestazione per ricordarci che cosa sta accadendo, nel silenzio e nell'indifferenza di molti. Fra i promotori il vicedirettore del Corriere della Sera Magdi Allam, assieme a Giuliano Ferrara, con Souad Sbai e con gli esponenti delle Chiese d'Oriente. Come ha ricordato Allam:"Là dove non c'è libertà per i cristiani non c'è libertà per nessuno".

Nell'occasione si ricorderà anche padre Giancarlo Bossi che è ancora prigioniero nelle Filippine e con lui tutti quegli uomini che ogni giornopagano col loro corpo e talvolta con la vital'unica semplice verità di essere cristiani.
L'Editoriale di Tempi
"Non c'è posto per i cristiani in Oriente". Se è finita per loro, è finita anche per noi

http://www.tempi.it/archivio_dett.aspx?idarchivio=12643
In Medio Oriente non c'è posto per voi
Dall'inferno iracheno migliaia di cristiani arrivano in Giordania. Un limbo dove si vive da rifugiati, in attesa di scappare davvero di
Rodolfo Casadei
http://www.tempi.it/archivio_dett.aspx?idarchivio=12650

Come vasi di coccio
Vengono eletti in Parlamento, gestiscono scuole e imprese. Eppure sopravvivere o fuggire è dilemma di ogni giornotra i duemila cristiani di Gaza. Un ago nel pagliaio palestinese di
Un blog per Padre Giancarlo Bossi
http://pimephilippines.wordpress.com/

venerdì, giugno 29, 2007

Lancio Dell'IPhone: la diretta sul web

Se vuoi seguire la diretta del lancio dell'IPhone, minuto per minuto fuori SOHO Apple store a New York, puoi collegarti a questo indirizzo: http://www.iphonelaunch.tv/

Dieci, le Miss Chupa Chups e il destino incerto dell'editoria italiana

I commenti in rete sul caso Dieci, qui

Gebreselassie, mai nessuno così forte

Doppio record mondiale di Heile Gebreselassie a Ostrava, nella Repubblica Ceca, l'altra sera. Gebre ha corso 21,285 metri in 1h e ha così migliorato anche il primato sui 20 km, 56’25”98.

Sono caduti così i due record che resistevano dal 1991 quando, a La Fleche (FRA), il messicano Arturo Barrios percorse i 21,101 km in 1h, con passaggio in 56’55”6 ai 20 km.
Oggi sul Corriere della Sera, Giorgio Rondelli commenta l'impresa.


giovedì, giugno 28, 2007

Aspettando il Tour 1. "Mura Simpson e il Ventoux"




Tour, fra pochi giorni. Gianni Mura, grande firma di Repubblica, ha scritto un romanzo, un poliziesco ambientato all'interno della "carovana" del Giro di Francia. Il libro parrebbe un azzardo. Esordio letterario per un non giovanissimo che di mestiere fa sostanzialmente il giornalista, non solo sportivo. Esporsi così tanto si rischia la brutta figura, specie per uno che il nome l'ha già e non avrebbe bisogno di rischiare. Eppure il risultato finale è convincente. Mura ci porta nel suo mondo fatto di anacronismi, anagrammi, omicidi classici (alla Maigret per intenderci), descrizioni di amplessi (ma c'è la sorpresa) e di manicaretti, vini e companatico e riesce perfino a "riciclare", come fossero gustose polpette al sugo, le rielaborazioni di vecchie cronache già apparse sul giornale per cui lavora. A me, personalmente, le polpette piacciono.

Sia chiaro: per piacere questo libro ha bisogno della complicità del lettore che non deve odiare:
A. il ciclismo.
B. la buona cucina.
C. Il genere poliziesco d'impianto francese e poche altre cose ancora.


Di questo libro si potrebbe parlare molto e una buona sintesi la già fatta Antonio D'Orrico sul Magazine del Corriere. La scommessa letteraria di questo libro sta nel mélange tra elementi di finzione letteraria, storia sportiva e realtà.


Personalmente mi sono piaciuti alcuni passaggi del libro. Da pagina 98 a pagina 100 troviamo la rievocazione della scomparsa di Simpson sul Ventoux. E' fra le pagine meglio costruite. La gravità dell'argomento è presa con la leggerezza del dialogo, con il fraseggio della rievocazione affidata ai personaggi del racconto. C'è questa "luce" - come scrive D'Orrico - che entra nel racconto e la illumina. Qui si entra nel giallo della storia, e pezzo a pezzo si raccolgonoi suoi elementi.
Scopro che "Simpson doveva passare l'anno successivo nella squadra di Gimondi, che il medico della Salvarani gli aveva consigliatodi ritirarsi". (...) "Aveva la febbre e si era alimentato con la flebo". Che Simpson, addirittura, "nominato baronetto dopo la Sanremo del '64, era settimo in classifica ma quel Tour, senza Anquetil e Merckx, pensava di poterlo vincere".

La scheda del libro sul sito della Feltrinelli e una intervista web http://www.feltrinelli.it/IntervistaInterna?id_int=2083


(continua)

mercoledì, giugno 27, 2007

Caso Dieci: presa di posizione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana

E' difficile ritrovare un caso analogo nella storia del giornalismo in Italia. Eppure è accaduto e gli sviluppi della vicenda sembrano ancora non finire.
Ieri mattina i redattori di Dieci hanno trovato un cartello davanti al portone d'ingresso della redazione in via Vitruvio a Milano e così hanno saputo di esser stati tutti licenziati "per giusta causa". Cosìuna ventina di giornalisti, in gran parte giovani, compresi il direttore pro tempore Luca Pollini e i membri del cdr. Oltre ad aver perso il posto di lavoro, i giornalisti potrebbero anche ricevere una richiesta di risarcimento danni da parte di Fabio Caso, amministratore delegato dell'Editoriale Dieci, a causa della "inopportuna, illegittima e immotivata" decisione di scioperare presa dalla redazione contro i mancati pagamenti degli stipendi.

C'è chi ha preso posizione: la Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha diffuso un comunicato nel quale si dice: "E una richiesta tutt altro che paradossale che il Sindacato dei giornalisti è costretto a fare dopo l'incredibile, inaccettabile licenziamento dei giornalisti, colpevoli di aver lavorato senza ricevere i giusti stipendi di aprile-maggio e di aver poi scioperato per rivendicarne il pagamento insieme con i conguagli dei mesi di febbraio e marzo e delle festività lavorate. Un fatto di tale enorme gravità non si era mai verificato nella storia dell editoria italiana e, probabilmente, del nostro sistema industriale.
Più che scandalosa questa situazione è disgustosa e meritevole di immediata attenzione di tutte le autorità di controllo e di garanzia, tanto più avendo appreso che l'editore si appresterebbe ad aprire una nuova redazione sulle ceneri di tale comportamento antisindacale e fuori da ogni regola."
La FNSI insieme con le Associazioni Regionali di Stampa, dice ancora il comunicato "era ed è a fianco dei colleghi di 'Dieci', colpiti dal provvedimento dell'editore, motivato addirittura per 'inopportuna, illegittima e immotivata' decisione di scioperare contro il mancato pagamento degli stipendi. I colleghi saranno tutelati in ogni sede e il Sindacato, in ogni sede, chiederà conto dei gravissimi danni subiti dai giornalisti. E il tempo di dire basta. Questo genere di editori non può avere titolo ad operare impunemente!"

martedì, giugno 26, 2007

Dieci, licenziati tutti i redattori

Il sito Dagospia riporta un'agenzia dell'Ansa che ci informa degli ultimi sviluppi del caso "DIECI"

"LICENZIATI
TUTTI I REDATTORI (SCIOPERO AD OLTRANZA), E LA PROPRIETÀ MINACCIA DI CHIEDERE I DANNI"

Qui puoi leggere l'agenzia.

Dieci quotidiano sportivo, sciopero a oltranza e nuovo direttore in arrivo

Hanno deciso la linea dura i giornalisti di Dieci, quotidiano sportivo che fin dalla nascita ha avuto svariate traversie. Una situazione pesante e grave che ha visto, fra le altre cose, le dimissioni del direttore Ivan Zazzaroni, decisione motivata dal mancato pagamento degli stipendi ai giornalisti da parte della società editoriale Dieci fondata da Alberto Donati e Giangaetano Caso.

Dissidi profondi fra i proprietari hanno portato il giornale a muovere male i suoi primi passi. Tuttavia, dopo le dimissioni di Zazzaroni e alcune giornate di sciopero della redazione (il giornale è arrivato ed è sparito a singhiozzo dalle edicole) qualcosa si è mosso e sono arrivati parte dei pagamenti dovuti ai redattori. Sarebbero stati pagati gli stipendi arretrati di marzo e di aprile anche se non per tutti.

Nonostante qualche segno di apertura della proprietà, la giovane redazione che si è riunita ha deciso uno sciopero ad oltranza fino a che la situazione non sia ristabilita del tutto. Nel frattempo, altra novità - secondo rumors interni alla redazione - sarebbe per arrivare un nuovo direttore, Enrico Guadalupi da Libero Mercato, il foglio ecomomico diretto da Oscar Giannino, che avrà il compito di rimpiazzare Zazzaroni.

lunedì, giugno 25, 2007

Antonietta Di Martino splendida a 2.03. Grande atletica all'Arena





Al terzo tentativo ma ce l'ha fatta: Antonietta Di Martino ha ritoccato ieri all'Arena di Milano il record italiano di salto in alto, salendo così a 2 metri e 3 centimetri. E ora vanta la seconda prestazione al mondo nel corso di quest'anno.

La facilità di esecuzione dei salti dai 2 metri in su che ha dimostrato ieri, suggerisce che l'azzurra ha ancora dei buoni margini di miglioramenti.
Nelle foto: Di Martino, Weissteiner, prima nei 5000 e ancora Di Martino

Vai alla galleria fotografica e agli altri approfondimenti qui
Il filmato



E lei? Ve la ricordate?

venerdì, giugno 22, 2007

Lance Armstrong, le accuse di Walsh

Non c'è pace per Lance Armstrong. Alla vigilia del Tour de France Il giornalista irlandese David Walsh pubblichera' un nuovo libro su Lance Armstrong e sul suo presunto ricorso al doping. Il titolo è di per sè esplicativo "From Lance to Landis". Insieme al collega francese Pierre Ballester Walsh aveva gia' pubblicato "L.A. confidential" e "L.A. official", nei quali si sostenevano accuse pesanti per il texano, sette volte vincitore del Tour de France. La reazione di Armstrong non si è fatta attendere. La potete leggere nel link riportato.



Cronoscalata sul Passo Pordoi


Domenica 24 giugno p.v. l'Azienda Turistica di Arabba-Livinallongo, dopo il successo dell'edizione 2006, ripropone la Cronoscalata del Passo Pordoi, una delle salite più prestigiose e cariche di fascino dell' intero arco Dolomitico, ormai entrata di diritto nella leggenda del ciclismo e del Giro d'Italia.


Altre informazioni su http://lamiabici.blogspot.com/

giovedì, giugno 21, 2007

Il Giornale sbarca su Second Life

ilGiornale.it, è oggi il primo quotidiano italiano ad avere una sede ufficiale nel nuovo mondo virtuale. L'inaugurazione si svolgera' nell'isola di Elegua, una delle zone di maggior fermento di Second Life.In occasione dell'evento verranno presentate tre mostre. Nella prima verra' organizzata una proiezione del materiale multimediale prodotto da ilGiornale.it: photostory, filmati ecc. Nella seconda, si ripercorrera' la storia dal 1974 (anno di fondazione de ilGiornale) ad oggi, attraverso le prime pagine piu' significative della storica testata. L'ultima sala della sede ospitera' una mostra delle vignette di Forattini, dal caratteristico taglio satirico e graffiante.

Ma che cosa avrebbe detto Montanelli, fondatore de Il Giornale, di questa iniziativa?

Ci sarà modo di incontrarlo "Cilindro"? Certamente si potrà leggere lo storico primo numero del Giornale montanelliano, che da oggi è anche su Second Life.
Il link per gli approfondimenti: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=187294

Magie della rete: il ritorno di Marc Andreessen

La segnalazione arriva dal magazine del Corriere della Sera, oggi in edicola. A pagina 120 l'autore dell'articolo, Stefano Montefiori, segnala un blog interessante, tornato a rivivere lo scorso giugno. Titolo: lo snob del web è tornato. Lo snob è Marc Andreessen, co fondatore del primo browser Mosaic e di Netscape. Insomma, uno che della rete se ne intende veramente.

Il pezzo sottolinea che il blog, all'indirizzo http://blog.pmarca.com/, è certamente fuori dai canoni riconosciuti della buona comunicazione sulla rete: postlunghissimi, molto testo, praticamente assenza di immagini. La pagina se "scrollata" interamente è pressoché interminabile.

Eppure la presenza di questo blog sta ad indicare che il contenuto nei blog continua ad essere il fattore decisivo. Andare contro corrente - i consigli che elargisce Andreessen sono spessofuori dal coro - non è sempre un male, anzi. Io vi consiglio di dare un occhio attento ai numerosi e qualificati link che l'autore riporta nella sua pagina.

Link consigliato http://blog.pmarca.com/