mercoledì, settembre 13, 2006

Storia minima e personale di uno che è tornato a correre

Si torna in pista. Anzi, sulla strada. Sul sentiero sbriciolato del Parco Nord, a risentire il vento e la fatica "che effetto che fa". Avevo deciso di smettere la corsa dopo un incidente a Selvino, l'indomani di una non competitiva tutta salita e discese. Mi ero saccagnato la schiena. Questo accadde cinque anni fa. Dal farmacista, dopo l'incidente, rimediai solo rampogne "Lei ormai è vecchio!", e un cerottone rilascia sostanze rivelatosi poco efficace. Ma se avrò avuto nemmeno 36 anni! Mi aveva bruciato Bergomi, e questo mi dava fastidio. Nei primi chilometri e in discesa, brillante, poi alle prime salite, lo "zio" mi aveva agguantato e umiliato. Pazienza. Io non ho mai giocato nell'Inter e il fiato me lo sono costruito da solo senza allenatori. Un po' di agonismo, sì ma ai tempi delle superiori nella mitica quanto defunta Atletica Mediolani, morto il ramo maschile mentre quello femminile è vivo e vegeto.
La schiena è andata a posto da solo dopo cinque mesi ma a piedi, di corsa, non ci sono più tornato, in compenso sono salito su una bicicletta, uscite amatoriali per la Brianza, al massimo fino a Carate, Agliate, Zoccorino e poi ritorno.

Una settimana fa, complice la scusa di togliere qualche etto (forse chilo) di troppo, ecco la decisione: si torna a correre. Se aggiungiamo che la corsa fatta assieme al figlio decenne, ti risolve il problema di fare qualcosa di intelligente e socializzante con l'erede, il gioco è fatto.

Partenza al piccolo trotto, un assaggio. Ma la vis agonistica spinge a seguire un tapascione ultracinquantenne che trotteggia al rallentatore. Indossa la divisa della squadra amatoriale di Cinisello Balsamo. Destinazione Parco Nord, da casa nostra nemmeno un chilometro. Il figlio tiene, è gagliardo. Biondo, piccolo Adone entusiasta. A scuola fa judo, ma vorrebbe praticare calcio, in una squadra come la Stella Azzurra di Cinisello, ma nessuno ha il tempo di portarlo agli allenamenti (poverino).

Rimediamo come possiamo. Sport (corsa a piedi) con il padre, in alternativa bicicletta. Va beh, non sono Gasparotto, quello della Gazzetta. Non seguo tabelle, non mi faccio visitare dal dottor Tavana, non metto sul bilancino la dieta che dovrei seguire. In compenso sono andato dal mio medico di base per un tagliando, dopo un paio di brutte nottate al limite dell’incontinenza.
“Via, vada al Bassini e faccia tutti i prelievi di sangue e urina”. Risultato degli esiti? Sembro sano come un pesce, sotto accusa una bustina di cibo precotto e riscaldato. Il fegato ne ha sofferto. Altra conseguenza importante della visita dal mio medico, finalmente so quanto ho di ematocrito (49). Splendido, se dovessi superare i 50 non potrei partecipare al Giro d'Italia, mi fermerebbero per sospetto doping.

Con queste e altre credenziali agonistiche (ho un personale di 1 ora e trentacinque minuti sulla mezza maratona e i 15 chilometri li percorro in un'ora e cinque minuti, ma non chiedetemi quanto faccio al chilometro), mi appresto a prepararmi alla Stracinisello, in programma agli inizi di ottobre, eroica tapasciata di periferia.

Io sono così, quando decido di fare una cosa, brucio i tempi. E penso al povero Gasparotto che è mesi che sta seguendo le tabelle di allenamento e ha subito persino un incidente! Quindi, si naviga a vista. Chiamatemi pure l'antiGaspa. Corro a sensazioni.

Il primo allenamento è andato bene, un'oretta fra corsa e camminata, pausa alla fontanella, due allunghi di trecento fatti all'85 per cento delle possibilità e un po' di fartlek nel tratto di salita e discesa del Parco Nord a rincorrere una squadra femminile di pallavolo in allenamento aerobico. Solo a quel punto il piccolo (ma non troppo) Adone Emanuele ha gettato la spugna. Ha rallentato ma non si è fermato, nemmeno in salita, però me ne ha dette di tutti i colori. Dopo l'allenamento di domenica, riposo. La prossima uscita in settimana, giovedì o venerdì. Poi ci daremo sotto nel fine settimana. Vedremo, però. Se saremo ispirati. Se mi stufo torno in bici.

Non mi chiamo mica Gasparotto, quello della Gazzetta che segue le tabelle.


-seguirà-

lunedì, settembre 11, 2006

ISPIRAZIONE

… da ragazzo correvo in bicicletta.

Era la mia stagione eroica, adoravo il fruscio delle gomme leggere sull'asfalto, l'odore acre di fumo, di bagnato, di terra che assorbivo, la testa incassata nelle spalle, chino sul manubrio attraverso i paesi, le campagne, gli acciottolati sconnessi di volata.

Le salite allora erano polverose ed estenuanti sotto il sole. Solo chi ha lungamente lottato sulle strade può comprenderne tutta la poesia… … ricordo quegli anni come un susseguirsi di lunghe volate nella polvere delle strade di campagna, nella pioggia e nel freddo, perché uscivo anche d'inverno tanta era la passione. Rivestivo di contenuto epico quel lirico senso di vita, di giovinezza, di scoperta che era nel mio cuore.

Il mondo era tutto da conoscere, era tutto da dipingere… .

Aligi Sassu