venerdì, novembre 17, 2006

VIBRISSE LIBRI, E LA RETE FA SBOOM

"Una vetrina on line per lettori ed editori. Nasce con questo fine il progetto 'Vibrisselibri', che ha deciso di pubblicare su internet (www.vibrisselibri.net),
testi selezionati, completi di editing, grafica e promozione di un ufficio stampa. In pratica una casa editrice "anfibia", una sorta di terza via tra le grandi potenze editoriali e gli editori medio piccoli, validi ma di nicchia".

Così ne dà conto il sito di Repubblica. E' bastato questo articolo pubblicato, di cui ne riporto una parte, per mandare in tilt il sito di Vibrisse. Troppe
le visite, eccessivo l'entusiasmo per una iniziativa che, forse, non si aspettava di travalicare la comunità dei fedeli blogger e frequentatori della rete.

Il progetto è nato da un'idea dello scrittore Giulio Mozzi e dall'adesione di altre cinquanta persone che hanno selezionato, editato e curato graficamente due opere, per il momento, "L'organigramma" di Andrea Comotti e "Una tragedia negata" di Demetrio Paolin: le prime due opere che sono piazzate sul sito internet e possono essere scaricate gratuitamente (con la formula del copyleft).

Si tratta solo dell'inizio, altre opere e altri lavori sono già in cantiere.

La neonata casa editrice curerà anche la pubblicizzazione dei libri. In pratica si trasformerà in una vera e agenzia letteraria, "per convincere gli editori a pubblicare libri già pronti, che hanno già una loro esistenza in rete". L'iniziativa
è spiegata per intero sul sito di Vibrisse.

Per il momento si registra molto entusiasmo.

Che dire? Auguri!

giovedì, novembre 16, 2006

Sul treno



Saranno due ore di viaggio. Atomo si è appuntato nella mente la durata del trasferimento in ferrovia. Questo, prima della partenza, come è ovvio. Si è preparato a dovere, portandosi il libro da casa. Se fosse arrivato con qualche minuto in più d'anticipo, avrebbe acquistato anche il giornale in stazione. Ce ne sono di edicole alla Centrale. Ha evitato di fermarsi per non perdere tempo. Non si sa mai. Basta una distrazione per perdere un treno.
Un giorno andò a Lugano. Fece una commissione, tornò in stazione nel tardo pomeriggio. Per la fretta prese il treno in corsa. L'uomo in divisa a gesticolare, come nei film, che doveva partire, quel treno. In sferruzzare di fischi, e palmi di mano aperte. E partì, infatti. Ma dalla parte sbagliata, per le intenzioni di Atomo.
Andò, andò. Verso la Svizzera inoltrata, paura; forse la carrozza sarebbe andata fino in Germania. Da Milano a Torino è più semplice. Se il treno è di quelli lenti, al massimo il viaggio dura un paio d'ore. Si capisce al volo se si è sbagliato la direzione.

Atomo sonnecchia. Guarda fuori dal finestrino e vede il lago di Lugano. Ma no, si ricorda della gente che s'affrettava, era Milano, Milano. Un budello di stazione. Gente che va, gente che viene; come, un tempo, nei grandi alberghi. Non si sa dove l'ha letta questa frase, ma funziona.

Gli vien già da sonnecchiare e il treno è partito da poco. Il libro lo ha abbandonato, vicino alle gambe. Lo sta tenendo stretto, se avesse i polmoni morirebbe soffocato. Le palpebre si abbassano e il torpore lo rapisce, se lo porta via, lento, lento, ma inesorabile. E' dolce, questo sonno. Implacabile, va contro la sua volontà.

Dopo mezz'ora, forse solo quindici minuti, lui non controlla, riprende a leggere. Lentamente. Pare a lui di leggere:"Spada di sole, s'infila tra le cose della vita, fra i muri, in mezzo alle case".

Sono le otto del mattino, di un mattino d'inverno con quella luce che non ha nulla da dire. E' un sole che non scalda ma sembra orgoglioso di esistere. Vibrante, a suo modo lo è. Come una lama, quindi,trafigge l'asfalto dei marciapiedi e s'infila tra gli interstizi lasciati liberi dalle case, si apre fra gli ampi spazi lasciati dagli edifici, le case slanciate con ambizioni, quasi, di grattacieli. E il raggio vien su dal basso orizzonte. E' un dardo, una saetta, talvolta.

E' l'ora in cui Atomo ha vaga percezione d'esistere, eppure assapora la vita che irrompe. E' una frazione di tempo, difficile da misurare; ci vorrebbe una strumentazione raffinata. Occorrebbe possedere una macchina frutto del lavoro di scienziati per acchiappare l'istante. Solo un super esperto di nanotecnologie ce la potrebbe fare.

Un barbaglio di luce trafigge il mento di Atomo, questo spesso succede al mattino. Talvolta, non è barbaglio che offusca la vista, ma splendore pieno di luce. E' un attimo. Non è il milanese tran, tran, - tram tram - quello del treno. E' un cullare sì, brusco e dolce, unatenerezza di viaggio che ti ributta sulla branda legno, branda branda, legno legno. Atomo, svegliati? Devi leggere. Devi finire quella pagina. Sonnecchia, invece, e gli viene un'immagine come di sogno: lui è sulla slitta che sembra il dottor Zivago. Forse è a Cracovia e sta per raggiungere una Lara.
(continua)

BLOCK NOTES

APPUNTAMENTI

BRUNO PISCHEDDA
Il critico Bruno Pischedda interviene alla presentazione del suo libro. Con lui anche Giuseppe Genna
e Stefano Salis
MILANO, VIA MANZONI 12 Venerdì 17 novembre, ore 18:00
METTERE GIUDIZIO DI BRUNO PISCHEDDA

G.K. CHESTERTON
Giovedì 23 novembre incontro con Joseph Pearce, professore di letteratura Ave Maria University, Florida, autore di biografiesu G.K. Chesterton e sui grandi convertiti inglesi.il titolo dell'incontro organizzato dal Centro Culturale di Milano è: La ragione, il mondo moderno e Padre Brown.
coordina Roberto Persico di Tempi

GIUSEPPE BRAGA
Giuseppe Braga autore del libro "E tu lo conosci Joyce?" (Sironi) lo presentera'il 24 novembre, a Milano, presso la libreria Linea di Confine, in via Ceriani 20, alle ore 21.00.
Il 25 novembre nell'auditorium S. Michele in via Roma 68B a SelvazzanoDentro (Padova), un'altra presentazione nell'ambito degli incontri "Incontro con l"autore - la scrittura altra", ore 21.00.

mercoledì, novembre 15, 2006

Atomo, quasi Atomar

Atomo prende il treno. S'infila nella carrozza di seconda classe, un quarto d'ora prima della partenza. Si accorge, ora, che ha quarant'anni, e sente addosso anche un po' di umidità. Poiché sapeva di andare a Torino, la sera prima aveva rovistato nella libreria della materna alla ricerca di un libro adatto al viaggio. Ha pescato nel mucchio in una libreria dozzinale, comprata in un grande magazzino. I libri sono stati infilati da qualcuno in terza fila. Poiché non c'è un criterio di classificazione, è quasi impossibile trovare in un lasso di tempo ragionevole l'autore desiderato.

Dalle sue rimembranze scolastiche pesca la carta "Calvino". Gli ricorda qualcosa di tracciato bene, come le strade di Torino, del resto fa anche rima. Ma trovare l'autore nelle carte della materna, non è affatto semplice. Intanto bisogna farsi largo fra la raccolta dei testi delle encicliche papali e i tomi di storia della spiritualità femminile che portano via un sacco di spazio. Non sono assenti, nemmeno, i testi dei cardinali di Milano, ma non sono ordinati, per data o autore, e quindi manca un criterio intelligente per leggerli. Qui uno Schuster, là un Martini. A confondere il tutto anche i testi che erano rivolti ai bambini.
Poi i classici, dio mio. I classici se non sono ordinati, creano confusione al lettore. In prima fila, schierati a batteria, i manuali di cucina; primeggia "Il talismano della felicità" e, vicino, Petrolio, scritto da Pasolini, niente a che fare con il mangiare bene. Superate tutte le difficoltà, e facendosi largo come uno che entra nella giungla e sposta le foglie intralcianti il cammino, afferra infine una raccolta di racconti di Italo Calvino.

Si avvicina con il testo alla luce fioca della lampada della sala, apre con aria furtiva le pagine del libro e si ritrova, per puro caso, a leggere le avventure di Palomar. Ma proprio perché è una lettura "a caso", attacca il secondo capitolo, dal titolo "il seno nudo". Tiene le pagine incollate al suo golf.

Dopo poche righe è turbato e smette. Va a dormire.

L'indomani, sul treno, pochi minuti dopo la partenza, tira fuori il libro da una borsetta di pelle nera. E legge.

Questa volta inizia il libro dal primo racconto: "Il mare è appena increspato e piccole onde battono sulla riva sabbiosa. Il signor Palomar è in piedi sulla riva e guarda un'onda".

Atomo si ferma. Guarda fuori dal finestrino. Riprende la lettura. Dopo una pagina e mezza si distrae ancora. Guarda il controllore che arriva dal fondo dello scompartimento. Si accorge che è una donna. Fa finta di riprendere la lettura. La signora in divisa chiede i biglietti. Atomo infila una carta di caramella fra le pagine, per tenere memoria di dove è arrivato. Fruga in una tasca e poi in un'altra. Non trova il suo biglietto. Poi si ricorda, forse è nella borsa. Vero.

E' una delle sue insicurezze, quando va in treno si sente perso, perché ha paura di smarrire le cose, portafogli, monete, biglietti sia quelli della metropolitana, sia quelli del treno.
La signora delle Ferrovie se ne va, allegra ma senza scambiare una parola. Atomo riprende a leggere. Afferra la carta delle caramelle. Si accorge che è sgualcita, e la infila nei pantaloni. Vorrebbe buttarla, ma non sa dove.
Forse la signora delle Ferrovie non era allegra.
(continua)

martedì, novembre 14, 2006

Frammenti atomiani 2. All'ombra degli elefanti

"Il concerto lo organizziamo nel centro di Torino, in via delle Orfane 15, nella chiesa del monastero delle Clarisse".
"Forse non posso, però domenica".
"E perché?"
"Devo aiutare mia madre".
"Oh bella, ti sei messo in affari con lei?".
"Sta dando una mano alla cooperativa di papà"
"O cavolo, un business di famiglia"
"Beh, poi c'è anche la pastora. Ti ricordi? Quella che ha pronunciato l'orazione funebre al funerale di mia nonna".
"Non c'ero in chiesa. Comunque ti seguo. Vai avanti"
"Beh, mio padre, vende carta. Oggetti belli da cartoleria. Carta da regalo, segnalibri. Arriva dall'India. Là hanno gli elefanti".
"Gli elefanti? Non capisco".
"Dunque, mo' ti spiego. C'è una azienda che porta avanti il progetto. E' in India, là in India hanno gli elefanti"
"E fin qui ti seguo."
"Gli elefanti mangiano tonnellate di erba e vanno spesso in bagno".
"Quando parli non dici mai cose volgari".
"Bene, quel po' po' di roba espulsa viene buona per produrre dell'ottima carta. Il 75 per cento è fatta in questo modo, il rimanente è carta riciclata. Basta dipingerla, il risultato è una meraviglia. Mio padre è stato anche in fiera a Bologna, e ha fatto conoscereil giro il progetto. Hanno iniziato ad interessarsi della cosa anche qualche giornale e un paio di televisioni locali. Vedrai, questo progetto ha un futuro".
"Vabbe', siete impegnati. Non puoi venire al concerto. Per colpa degli elefanti, suppongo".

Trin, trin. O qualcosa che ci assomiglia".
"Sono ancora io, Atomo"
"Hai un mancamento?"
"Non ancora. Ma giro sempre con i sali. E l'aceto. Non si sa mai".
"Allora? Puoi venire a sentirmi, domenica?"
"Si, saltato tutto, dall'altra parte. La macchina che trasforma la roba degli elefanti è andata in tilt e per questo mese, sono parecchio in ritardo. Mio padre ci ha detto di rilassarci e mia madre ha deciso di andare ad aprire una chiesa a Milano. E' una chiesa sconsacrata che viene usata per gli incontri ecumenici"
"E tua madre che cosa c'entra?"
"Ha le chiavi".
"Il concerto inizia alle 5 del pomeriggio. E' l'ora del thé. A Torino hanno queste usanze. Signore e signori s'incontrano, si scambiano due chiacchiere, bevono un bicchierino e..."
"E..."
"E..."
"Va, beh. Non ho capito nulla di ciò che fate a Torino. Quindi prendo il treno dalla Centrale, arrivo a Porta Nuova, faccio dieci minuti a piedi e sono arrivato in via delle Orfanelle. Ho controllato sulla cartina".
"Suono con la mia insegnante. Vedrai, ti piacerà. Pezzi classici con la chitarra e anche il mandolino".
"Ciumbia, che bello".
"Sapevo che ti sarebbe piaciuta la cosa"
"Ma che cosa sento? Stai suonando?"
"Non perdo tempo, io. Ricordati: sono Rockabilly".

(continua)

Frammenti atomiani

"Ho un mancamento..."
"Prego? Ah, ho capito, le passo mio marito.Tieni, è per te.
"Ho un mancamento..."
"Carisssimo. Dove sei? Cosa fai?"
"Son tornato a Milano"
"Davvero?"
"Lavoro in un negozio"
"Davvero?"
Di dischi".
"Ma guarda".
"Concerti?".
"Acqua passata".
"Sei ancora gay?"
"Mai stato. Adesso ti rompo il muso se continui la solita tiri tera. Sento il noto rumore, di sottofondo".
"E' musica, tesoro. Ricordati: il mio nome è Rockabilly".
"Hai fatto carriera?"
"Beh, aiuto vice preside. E poi ho messo su una banda, con le più grandi della scuola"
"Il nome? Spara il nome"."Tequila bum bum".
"Ma guarda".
"Ma senti".
"Ma che pirla che sei!"
"E il crescendo rossiniano?"
"Quello sempre nel cuore, nel petto. Tutto dentro. Anzi, ti dirò di più. Ti invito al mio concerto, lo faccio a Torino con la mia insegnante, quella storica del conservatorio. Lei dice che bisogna permanere nel virtuoso"
"C'è nebbia a Torino?"
"Ma cosa dici?"
"Sì è vero, vedevo brume anche sulla costiera amalfitana. Ti ricordi?"
"Ma allora, vieni al concerto?"
"Dammi le coordinate, torinese".
"Prendi il treno, innanzitutto".
"Innanzitutto".
"Che fai, ripeti?"
"Perché? Non posso?".
(continua)

lunedì, novembre 13, 2006

Vibrisselibri. come pubblicare passando dalla rete

Il 16 novembre 2006, alle ore 11.30, a Roma presso il Caffè Fandango (Piazza di Pietra 32/33), si svolgerà la conferenza stampa di presentazione di vibrisselibri.

Partecipano: Lucio Angelini, responsabile del Comitato di lettura; Gaja Cenciarelli, responsabile della redazione; Giulio Mozzi, ideatore di vibrisselibri; Demetrio Paolin, autore del saggio Una tragedia negata pubblicato da vibrisselibri; Filippo La Porta, critico letterario.

L'iniziativa sarà presentata 12 dicembre a Milano presso la Libreria Feltrinelli di Via Manzoni (ore 18).

Se vuoi saperne di più sul progetto, allora vai a questa pagina:
http://www.vibrisselibri.net/

ATOMO, oppure: "Fulgidi amori, ameni siti e perigliose cacce"

Blogodramma a puntate. L'avventura continua.

Il manoscritto sulle perigliose, picaresche, improbabili avventure di Atomo sta pian, piano, girando fra amici, conoscenti e qualche collega di lavoro. Mentre nel frattempo il tomo è arrivato in copia unica o in doppia copia a quattro distinte case editrici per la lettura. Facendo due calcoli, poiché non conosco direttamente nessuno nell'ambiente, le prime risposte, positive o negative, potrebbero arrivarmi non prima di Natale. Così affermano - mettendo abbondantemente le mani avanti - le case editrici nei loro siti.
C'è anche un misterioso agente letterario che si sta dando da fare per interessare altre due case editrici editrici, che chiameremo N. e M.

Non è facile interpretare il sistema editoriale. Si va avanti per tentativi. Si legge, si prova ad acquisire informazioni e conoscenze sui meccanismi e le persone che sovraintendono, ma la sensazione, alla fine, rimane sempre quella: è come buttare una bottiglia nel mare e sperare che, prima o poi, a qualcuno venga il desiderio o la curiosità di raccoglierla. Buttare un sasso nell'acqua e attendere.

Le letture "casalinghe" hanno dato buoni riscontri, cioè, in sostanza, lo scritto è piaciuto. Ho come due tipi di lettori davanti a me: chi è già in qualche modo coinvolto nel mondo editoriale e chi, invece, è distante dalla "macchina", dalle redazioni editoriali, dal mondo giornalistico o letterario o altro ancora. Una persona che conosco bene, e che in questo mondo ci vive e lavora, si è appassionata alla lettura delle gesta di Atomo. Mi ha scritto anche delle note a lato del testo, in matita. Ho seguito i suoi consigli; c'era, in particolare, un discorso nel quale ho un po' pasticciato e non si capiva bene a chi attribuire i discorsi diretti. Ma, nel complesso, le correzioni da "editor" sono state molto discrete (usata la matita) e professionali.
Un altro lettore, questo invece appartiene alla categoria, diciamo così, dei "non addetti ai lavori", lo sta leggendo da un paio di giorni ed è già oltre la metà. Ho scambiato due parole con lui e mi sembra abbia capito, nel senso che è stato investito bene dal senso della storia, dai primi due capitoli. E' un lettore attento, che dà molte soddisfazioni perché coglie le sfumature; ha capito, per esempio, che ci sono dei "non detto" che rivelano qualcosa, episodi abbozzati che non si sa bene come si svolgono, dove vanno a parare, ma tutto è compreso in questa storia, funzionale allo spirito dei personaggi. Mi ha detto questa mattina che ci sono un paio di cose molto interessanti in questo racconto e me parlerà. Ho capito anche che ha anche delle critiche o, semplicemente, delle cose che mi vuole dire. Sentirò, ascolterò. Sono molto interessato a quanto mi dirà. Penso che entro la fine di questa settimana, terminerà la lettura.

Per quanto riguarda l'agente letterario, bisogna che faccia bene il suo mestiere. Ogni tanto telefonare per sapere come va, ma senza esagerare. Ad interposta e fidata persona. Si attendono tempi lunghi. Come vedete si deve tessere la tela.
(continua)