venerdì, luglio 13, 2007

giovedì, luglio 12, 2007

Video on demand, Mediaset ci crede

Mediaset si sta interessando sempre di più al video on demand.

Già ora sulla home page del sito www.mediaset.it, viene dato grande risalto proprio all'offerta dei video proposti. Ciccando si accede direttamente a video.mediaset.it, dove l'utente può contare su diversi contenuti "perfezionati" per il web. Ad ottobre le iniziative video sul web saranno potenziate.

Il Video On Demand di Mediaset si chiamera' Rivideo e offrira' all'utente quattro modalita' di fruizione, a seconda delle sue necessita' e disponibilita'".

Dunque via al download e podcast a tempo (visione dell'intero episodio o film con una durata precisa), a tempo indeterminato (senza limiti di tempo), streaming (visione del prodotto con inserti pubblicitari, il tutto gratuito) ed eventi live dedicati.

Saranno disponibili cinque tipologie di prodotto: fiction italiane (Carabinieri, ecc), serie Tv americane (O.C., smallville, ecc), il calcio di serie A e programmi tipo "Le Iene" o "Scherzi a parte". Le serie vengono offerte episodio per episodio a 1,99 euro l'uno.

mercoledì, luglio 11, 2007

E' nato




E' nato! Chi? Che cosa? Animation pro il blog dell’animazione e della spettacolarizzazione aziendale.


A questo indirizzo puoi trovare news, schede di approfondimento, link ad agenzie e a operatori del settore. Ed altro ancora.

Ti occupi di eventi aziendali? Comunicazione? Animazione? Convention? Incentive? Non sai chi invitare e, soprattutto, perché?

Visita il blog.

martedì, luglio 10, 2007

Il Tour de France? Meglio su internet


l Tour de France è un grande evento, non solo sportivo. Ma anche di costume. Lo puoi seguire, e bene, anche sulla rete.



All'indirizzo http://it.youtube.com/letourdefrance, ad esempio, c'è il canale dedicato al Tour de France.

Qui puoi anche trovare una vera e propria chicca, un filmato con la ricostruzione della partenza della prima edizione della Grande Boucle vinta da Maurice Garin, realizzata nel 1953 con tanto di folla in costume, ciclisti con baffoni, gendarmi a cavallo, giornalisti con bombetta.
http://it.youtube.com/watch?v=NElPDZOWv0k

A questo indirizzo, invece, puoi trovare una fantastica personalizzazione delle mappe di google dedicata al Tour in tempo reale con tanto di tracciato ed evidenziazione della posizione dei corridori durante la corsa: http://www.ubilabs.net/tourdefrance/

Il sito ufficiale http://www.letour.fr/

lunedì, luglio 09, 2007

Libertà dei blog? Si grazie

Su Pandemia.info il blog di Luca Conti, fra parentesi molto interessante, il blogger prende posizione su una dichiarazione rilasciata da Lorenzo Del Boca, Presidente dell'Ordine dei giornalisti, appena rieletto.
Il Del Boca pensiero recita così: "Nel paese dei ciechi, chi ha un occhio sembra vedere in modo straordinario. Ricordiamoci che dove il conformismo e l'omologazione sono la regola e' facile che i blog vengano visti come il maggiore strumento di liberta' di stampa'': il presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, non e' convinto la rete sia piu' libera rispetto ai media tradizionali, se non in quei Paesi dove non c'e' o e' molto scarsa la liberta' dell'informazione.
Del Boca lo ha detto nell'ambito di un dibattito, a Torino, sulla professione giornalistica e il futuro dei prodotti editoriali che ha preso spunto dal libro del giornalista Claudio Cerasuolo Paladini di Carta. ''A lungo andare - ha spiegato - illudersi che la liberta' sia nel cicaleccio della piazza resta un'illusione. Ci sono regole, scritte e non scritte, che restano immutate. I giornalisti devono essere testimoni dei fatti che raccontano e rimane buona norma non credere alla prima versione, ma interpellare piu' fonti. Nel rappresentarle poi bisogna saper usare equilibrio: in teatro il protagonista avra' piu' peso della comparsa e l'usciere meno di entrambi. Un blog invece rischia di scambiare i ruoli. Una notizia sbagliata puo' diventare una verita' mediatica''. I giornalisti - ha aggiunto - conquistano la liberta' ogni giorno attraverso la competenza, la conoscenza dei fatti".

Non sembra che, prese isolatamente le sue frasi, Del Boca abbia detto chissà quale cosa. Eppure sono suonate, nella sostanza, come una difesa corporativistica della categoria dei giornalisti. Luca Conti fa notare che "che le regole a cui Del Boca richiama i blog, spesso e volentieri sono violate da giornalisti professionisti e da testate giornalistiche registrate, vedi il caso del sesso prescritto per ansia, rivelatosi quanto meno risibile e ridicolo, oltre che non verificato. Blogger e giornalisti lavorano insieme nell'interesse della verità dei fatti e della democrazia delle opinioni, nei paesi dove la libertà di stampa c'è. Dove la libertà di stampa non c'è, i blogger vanno anche oltre, ricoprendo un ruolo pubblico che la stampa non è in grado di svolgere, vedi storie da tutto il mondo su Global Voices".

Una cosa è certa, mentre la discussione sarebbe infinita: dalle parole del Presidente dell'Ordine dei giornalisti, sembra che il fenomeno blog sia poco conosciuto, visto che lo assimila - nella sostanza - al cicaleccio da strada. Quando a libertà, imparzialità, eccetera e a tutte le belle parole di cui ci si infarcise spesso la bocca, bisognerebbe forse dire una verità semplice: i "puri" dell'informazione possono stare, o non stare, sia da una parte che dall'altra.

Comunque, equiparare i due mondi è piuttosto difficile, improbabilefarli scendere nell'arena di una competizione, almeno in Italia. Nel nostro Paese c'è un Ordine, per i blog no. I blogger rispondono a se stessi, alle proprie idee e alla comunità in senso lato, poiché non dovrebbero andare contro le regole della convivenza civile,osservando almeno le regole più elementari. I giornalisti devono rispondere anche, o soprattutto, agli editori. Chi è più libero?

Per gli approfondimenti
http://www.pandemia.info/

Dieci, ma non c'è più spazio per l'editoria sportiva?

Sulla vicenda di Dieci, il quotidiano sportivo ancora al centro di una vicenda assai travagliata, segnalo il posto pubblicato sul blog http://comesefossesport.blogosfere.it/che sembra mettere l'accento sull'impossibilità del mercato editoriale italiano ad accogliere più di quattro quotidiani sportivi italiani e sulla miopia deglieditori nell'investire in un progetto poco "pensato".

Buttarsi nel business dell'editoria sportiva sembra rendere, ma può rivelarsi un'illusione. Per dare una risposta convincente occorrerebbe però snocciolare qualche dato in più.

Personalmente sono convinto che ci possa essere spazio per più di un concorrente, ma occorre avere un progetto editoriale e manageriale molto solido. E guardare bene negli occhi la realtà, prima di partire.