venerdì, dicembre 21, 2007

UNA DIETA SPECIALE
Buon Natale dall'Elefantino
da Il Foglio venerdì 21 dicembre
Per la moratoria sull'aborto, perché siano garantiti fondi al movimento per la vita. Una scelta semplice: consiste nell'assumere soltanto liquidi dalla vigilia di Natale a primo dell'anno.
Chi voglia associarsi sarà il benvenuto

Una dieta speciale per la moratoria sull’aborto. Perché siano garantiti fondi al movimento per la vita e ai centri di assistenza che lavorano contro l’aborto, come ha chiesto ieri il giornale dei vescovi e come dovrebbero chiedere i giornali borghesi e laici. Una dieta semplice, che consiste
nell’assumere soltanto liquidi dalla vigilia di Natale (dalla mattina della vigilia di Natale)
al primo dell’anno (alla mattina del primo giorno del 2008). Non lo chiamo digiuno
perché sono grasso, sebbene io pensi in generale di essere felicemente grasso e di recente mi senta un grasso molto in forma, orgoglioso di avere lo stesso peso corporeo (quello mentale è un altro paio di maniche) attribuito a Tommaso d’Aquino. Questa è la mia decisione, e chi voglia
associarsi sarà il benvenuto. Non chiamatela testimonianza, perché la testimonianza
è sorella del martirio. Chiamatela per quello che è. Una dieta speciale contro l’ipocrisia
e la bruttezza di un tempo in cui la morte viene bandita in nome del diritto universale alla vita e blandita, coccolata come un dramma soggettivo, nella spregevole forma, e molto oggettiva, dell’aborto chirurgico o farmaceutico. Terrò un diario pubblico dalla casa di campagna in cui mi ritiro, lo terrò in questo giornale e, nei giorni in cui non sarà in edicola, nel suo spazio sulla rete
(www.ilfoglio.it). Ho consultato il mio medico e mi ha detto che posso fare quel che faccio senza troppi problemi, basta bere molto, dosare le pillole antidiabete ed eseguire qualche banale controllo della glicemia e della funzione renale. Non è un sacrificio eccezionale, tutt’altro. E’ un
altro modo di fare festa. E’ una cosa che non mi sarei mai sognato di immaginare nella vita e che in genere mi ispira una tremenda diffidenza: una buona azione. Buon Natale.

mercoledì, dicembre 19, 2007

Carla Bruni, Sarkzoy e Lina Sotis
quattro passi in Galleria, e una spiegazione
Non faccio parte di una certa classe sociale borghese e salottiera. E non sono snob. Non vengo invitato alle feste. Al massimo, un aperitivo analcolico, da solo, con tre olive e due patatine. Quindi, è facile che certe battuteproprio mi sfuggano. Non le capisco...

La notizia che tiene banco in questi giorni e che lievita "la cultura pop (che) è fatta di molte cose che magari consideriamo scemenze ma che ci divertono: eventi e orrori del costume nazionale e internazionale, matrimoni reali, libri-film-canzoni di culto, problemi di vita e di immagine dei personaggi pubblici, e parecchio altro ancora"(Maria Laura Rodotà), è, naturalmente, la liason fra il Presidente francese Sarkozy, e l'ex modella, ora cantante, ora innamorata, Carla Bruni. La battuta, tornando a bomba all'argomento principe di questo post, l'hascritta Lina Sotis, sul Corriere della Sera di oggi nella rubrica Qui Lina. Oggi, mercoledì 19 dicembre: detto fra parentesi, questa data mi ricorda che manca poco a Natale. Ma questa è un'altra storia.
Per Lina Sotis, quindi,
Sarkozy è un uomo abbandonato.
Sceglie una ragazza che prende e lascia con facilità.
Si suppone che i brividi orizzontali del presidente non finiscano qua.

Mi scusi, gentilissima signora Sotis, ma perché "brividi orizzontali", dovrebbe provare Monsieur President, e non anche quelli "verticali"?
Ed, eventualmente, qual è la differenza?
Se lei, Carla e Monsieur le President, doveste passare dalle mie parti, potreste spiegarmi.
Anche se vivo in una cittadina della cintura milanese ma in trenta minuti di metropolitana, posso raggiungervi e ci siederemo ad un tavolino, vicino al Duomo. Altro che Eurodisney!

martedì, dicembre 18, 2007

L'amore liquido al tempo della Manaudou
Come scrive la giornalista del Corriere Maria Laura Rodotà, e per Corriere s'intende Corriere della Sera, nell'introduzione al forum che anima nel suo giornale, "la cultura pop è fatta di molte cose che magari consideriamo scemenze ma che ci divertono: eventi e orrori del costume nazionale e internazionale, matrimoni reali, libri-film-canzoni di culto, problemi di vita e di immagine dei personaggi pubblici, e parecchio altro ancora".
La Rodotà ha forse scritto le cose migliori sull'affaire Manadou-Marin, centrando appieno il gusto della storia pop, che in teoria, essendo futile e inutile pettegolezzo non dovrebbe interessare nessuno e invece, proprio perché futile e inutile pettegolezzo, interessa un sacco di gente. Scanzonata la prosa, leggera, come leggere (senza offesa) e acquee devono essere queste esistenze di nuotatori in questione, ecco che la Rodotà ti serve un bel pezzo sul Corriere, parlando di amore acqueo, amore liquido, amore che viene e che se ne va.
Dicendo a Marin, l'ex, senza tanti giri di parole, come avrebbe dovuto comportarsi. Capita, essere mollati. Capita. Però, insomma, chiedere indietro l'anello di fidanzamento, così non si fa...
Dice la signora giornalista del Corriere della Sera.