venerdì, novembre 10, 2006

La squadra scomparsa, giallo per ragazzi


Il calcio e un gruppo di ragazzi che sparisce nel nulla. Ci sono gli ingredienti sufficienti per scrivere un libro appassionante. L'autore, Roberto Perrone, è un giornalista del Corriere della Sera, che scrive di sport e che ha iniziato la sua carriera al Giornale di Montanelli. Oggi è anche il cronista sportivo di riferimento per il settimanale Tempi. Se vedete aggirare una figura tonda e piena dalle parti di via Solferino, allora è proprio lui.

La trama: i ragazzi della squadra milanese della Matrone sono invitati a partecipare a un torneo internazionale in Spagna. Durante il torneo, l'intera delegazione dei nigeriani svanisce nel nulla.

Si apre così un appassionante caso poliziesco su cui un aggiungo altro per non togliere il gusto della lettura...Perrone non è nuovo alle fatiche di penna. Con il suo Banana Football Club, la prima avventura dei ragazzi della Matrone, ha vinto il Gigante delle Langhe 2005.
Foto: Fabbri Editore

(Angelo De Lorenzi)

martedì, novembre 07, 2006

Dai tetti in giù

Pubblico il commento che ho inserito sul sito http://www.vibrissebollettino.net
che ospita l'intervento di Ferruccio Parazzoli nel fascicolo 5/2006 della rivista Vita e pensiero dell'Università Cattolica di Milano

Io ho cominciato a girare per metropolitane e per piazze e guardo le facce, e annuso la gente, specie quella che non è elegante. E alla sera inizio a scrivere. Guardo il Duomo e mi sembra che ci sia un'analogia fra l'idea di base di quell'architettura che l'ha generata (tante guglie, santi, volti, taluni nascosti alla vista) e la gente che, sotto, cammina, staziona, passeggia.

Non so come andrà a finire.

Quando avrò iniziato a ordinare un po' il materiale, vorrei parlarne con lei, Ferruccio Parazzoli, che non conosco e sapere che cosa ne pensa.

Oggi ho visto tre zingarelle in metropolitana, in stazione centrale, che hanno scoperto un abile stratagemma per ricavare qualche euro a fine giornata.

lunedì, novembre 06, 2006

NOVE, otto, sette, sei...

Come accade per ogni aspirante scrittore, la partecipazione a presentazioni, aperitivi e quant'altro s'impone ed è un must. Specialmente all'inizio, quando hai voglia di uscire dalla clausura che ti ha costretto la rifinitura del lavoro.
Ho voluto affrontare la cosa di petto e, almeno tentativamente, con raziocinio. Così ho partecipato ad una serie d'incontri organizzati a Milano dalla Libreria Feltrinelli dal titolo "Come rimetterci le penne" e che sembrava fatto apposta, anzi lo era, per aspiranti autori. La titolazione degli incontri non era affatto ben augurante, anzi. Tale, quasi, da far desistere il poveretto scrivente.
E invece... Invece l'ardore che permane e prevale e persiste e insiste, evita la ritirata. Fa andare avanti, come andare al fronte, o quasi.

Chiuso il ciclo (ve ne parlerò) la mia attenzione si è posata su altri incontri, disgiunti da cicli tematici particolari. Uno di questi, li cito in ordine sparso, riguardava la presentazione di un romanzo, Il Cristo Elettrico, scritto da Lello Voce, cinquantenne poeta, poeta di professione, poeta professionista (e con un nome del genere che cosa poteva fare diversamente?), ma sì, proprio così, forse si può addirittura campare con la poesia. Il personaggio di richiamo - devo ammettere che non conoscevo Lello Voce - era Aldo Nove. Ora devo stare attento a come scrivo e cosa scrivo. Prima o poi i citati ti leggono, sul web. Ci sono i motori di ricerca ed altre diavolerie di Google che ti avvertono quando compare il tuo nome nello spazio virtuale del www.

Quindi, attento alle citazioni, se scrivi il titolo di un romanzo, non sbagliare, non confondere i tomi, non fare tuttaquella gran confusione che in testa è lecita, ma scritta può trasformarsi in un boomerang. Beh, che dire? Mi aspettavo un Aldo Nove più Cannibale, anche nel vestire. Le foto che girano sono una cosa, la realtà è un'altra. Nove, leggermente abbronzato, curato nel vestire, oserei dire elegante, mi ha fatto venire in mente un giovane insegnante di filosofia di qualche liceo bene della città.

l'incontro, comunque, al di là delle note di colore, è stato molto interessante. Secondo me vale la pena darci un'occhiata. L'autore ha citato Manzoni in un contesto che non sembrava presagire nulla di "cattolico", o di letteratura "cattolica". La storia raccontata riguarda un drogato, l'Egidio, ma è l'idea, piuttosto, un giudiziosull'intellettuale di oggi che, appunto, ha una patologia da dipendenza. Ma il punto era: andare a parlare oppure no con Aldo Nove? Raccontargli del mio romanzo? No, non ce l'ho fatta. Ho preferito ascoltare. Imparare. Ci sarà tempo, forse, per parlargli.

(p.s. Aldo Nove è il curatore di una collana per Tea)

Il sito di Lello Voce
http://www.lellovoce.it/
Il sito di Aldo Nove http://www.aldonove.com/
(continua)