giovedì, giugno 29, 2006

Chesterton, festa e degustazioni di vini


Lo sapevate dell'esistenza della Società Chestertoniana italiana? Si? No? Esiste. Esiste davvero. Ce lo rivela Tempi in edicola questa settimana. Il settimanale ci ricorda che anche ques'anno i chestertoniani d'Italia organizzano il giorno della celebrazione del loro eroe.

L'appuntamento è per sabato 1 luglio a Grottamare in Contrada San Francesco, presso la sede della Compagnia dei tipi loschi del Beato Pier Giorgio Frassati (il nome è tutto un programma!).

In serata è previsto l'incontro con Paolo Gulisano che tratterrà il tema: "Chesterton, ritorno a casa".
Gulisano, primo biografo italiano dell'autore dei "racconti di Padre Brown" (vi ricordate l'interpretazione televisiva di Rascel?) illustrerà i rapporto con l'alter ego dello scrittore inglese, Hilaire Belloc. Seguiranno gli interventi di altri esperti. Fra una parola e l'altra spazio per la festa con vini e cibi degni del grande e grosso GKC.
RISORSE
Su Wikipedia http://en.wikipedia.org/wiki/G._K._Chesterton
La Società Chestertoniana americana http://www.chesterton.org/
Leggere gratis (alcune opere scaricabili dalla rete) http://www.gutenberg.org/browse/authors/c#a80

mercoledì, giugno 28, 2006

SCIENZA, RAGIONE E STAMINALI


Questo articolo di Renato Farina è uscito nei giorni scorsi sul quotidiano Libero. Per la brillantezza delle argomentazioni e per la sua ragionevolezza lo ripubblichiamo sul nostro blog: L'autore è d'accordo.

«Tu quoque Brunetta?». Anche tu ti metti a pugnalare la vita nascente in nome della povera scienza e del futuro dell'umanità meno dolente grazie al sacrificio degli embrioni? Non riesco a crederci. Ti metti anche tu a servir messa a Mussi, come i cattolici dell'Unione?

Almeno loro devono farlo perché - come dice Cossiga - schiacciati dalla repressione leninista. Ma tu? Fine della perorazione forse un po' troppo confidenziale. Ma proprio me l'ha tirata. Anche perché noi di Libero sbaviamo per lui, forse più di Berlusconi che l'ha voluto suo ascoltatissimo consigliere.

Riconosco del coraggio etico al professor Renato Brunetta. È contro i ribaltoni in sede di riforma costituzionale, ed è - come me - per il sì al referendum che in Italia li vieterà. Poi pratica di fatto il ribaltonismo europeo. Non glielo imputo. «È meglio obbedire a Dio che agli uomini», c'è scritto negli Atti degli Apostoli. E lui obbedisce al Dio che gli parla tramite la coscienza. Un Dio con le corna, secondo me, ma va bene così. Ci sono cose che ci urlano nel petto più della conformità al proprio schieramento. Ma per essere ribaltonista, Brunetta lo è. E, da eurodeputato della Casa delle libertà, finisce per passare al nemico, aderendo ad un disegno culturale nichilista e insieme buonista che è l'anima dello zapaterismo e prodismo europei. Ratzinger dice: nichilismo. Dopo una simile serie di epiteti, è possibile che Brunetta mi sfidi a duello. Mi do già per morto, ma tiro diritto.

Il ministro diessino della ricerca scientifica a Bruxelles ha schierato il nostro Paese contro una legge democraticamente approvata. Oltretutto fatta propria in modo impegnativo dal governo Berlusconi, e consolidata dagli esiti del referendum del giugno del 2005. Mussi a Bruxelles ha tolto il veto italiano a che i finanziamenti per la ricerca in campo medico finiscano a coloro che per far del bene ai malati sacrificano gli embrioni. Qui non sto a considerare la questione del perché secondo me sia un delitto sezionare un embrione, servisse pure a guarire mia madre e a dare a me l'immortalità (Berlusconi, sono d'accordo con Scapagnini e Cicchitto, ce l'ha di già). Schierandosi a favore della decisione di Mussi, Brunetta attenta alla morale istituzionale e anche all'onore della nostra patria (minuscolo per carità). Il perché è chiaro. Brunetta decide che il popolo italiano non è sovrano. Ne ribalta una legge e la riduce a polpetta. Permette che i miei soldi, i nostri denari, siano usati per praticare tecniche che riteniamo criminali per legge dello Stato. Questo è peggio di un ribaltone, è un tradimento della democrazia. Ci prendiamo in giro? Sarebbe come vietare il consumo di droghe in Italia e poi finanziere le coltivazione di oppio in Turchia. Un po' di raziocinio.

Ma fin qui siamo nel campo, peraltro non marginale, dell'insulto alla sovranità nazionale. Però uno dice - Brunetta lo vive così e lo rispetto per questo - è per un bene più grande: la salute dei malati, il lenimento delle pene di questa umanità così disperata.
Qui mi permetto di trattare due punti della questione, e devo anche evidenziare degli errori sesquipedali di Brunetta.
1) Non entro nelle imprecisioni tecniche mostruose nella definizione delle cellule staminali ne indico una sola: non è vero che esse "formano tessuti e organi", li risanano). Mi interessa di più mostrare un errore di sostanza. È vero che le cellule staminali embrionali possono essere coltivate eccetera. Ma questo è assolutamente e certamente possibile anche con le cellule somatiche (fetali e adulte). Così possibile che lo si fa. E le linee ottenute in questo modo bastano per tutta l'umanità. Chieda a qualche scienziato. Dirà che da cellule staminali fetali di cervello, osso, cartilagine, epidermide e cornea si possono ottenere queste linee di cellule senza sacrificare degli embrioni. Io credo nella competenza economica e nella santa ignoranza genetica di Brunetta. Perché però su un tema immenso e delicato non si informa a 360 gradi? C'è forse una ragione ideologica? C'è l'esigenza di eliminare con il miraggio di guarigioni da gravi malattie il tabù della sacralità della vita sin dal momento del concepimento? Si vuol convincere la gente che esistono fasi della vita che sono meno sacre, così da emanciparla da credenze oscurantiste? Oscurantiste un par di palle. Se si indica come faro la scienza che guarisce si deve essere altrettanto chiari nel lasciar dire alla scienza che la vita di me e te, proprio di me e te, comincia dall?istante della fecondazione. Punto e a capo.
2) Brunetta e altri come lui sostengono che è solo usando cellule staminali embrionali che ci potranno essere certe cure o che comunque questo è più promettete di altre piste. Questo è una bugia da Pinocchio. Dalla ricerca sulle staminali embrionali non si è ottenuto nulla di nulla. Invece dalle staminali ad esempio prelevate da feti abortiti spontaneamente sono stati già istruiti 64 protocolli clinici. La commissione europea, citata da Brunetta, puo' dire quello che vuole, ma che competenza ha? Nessuna. Soprattutto perché si insiste ideologicamente su questo tema invece di prendere atto di quello che dice la scienza. Proprio giovedì scorso, sull'ultimo numero di "Nature", che è il massimo, è uscito uno studio di Austin Smith: mostra di aver isolato un gene che dà modo di trasformare in cellule pluripotenti (tali e quali le embrionali) quelle che non lo sono. Un paio di mesi fa, sempre su "Nature" c'era un articolo in cui si dava prova di aver isolato dal testicolo di un topo adulto cellule pluripotenti. Insomma: perché si insiste a non voler percorrere questa strada già aperta, intestardendosi invece sulla necessità fasulla di manipolare embrioni?
3) La questione alla fine è semplice e drammatica. Non siamo dei pazzi noi che giudichiamo l'embrione qualcuno e non qualcosa. Ce lo dice la scienza ma anche il buon senso. Non è un grumo di cellule quello che si vuol strizzare. Ma qualcuno. Anche noi siamo un grosso grumo di cellule.
4) Gli scienziati vanno aiutati. Non sono dei Mengele. Certo. Allora uno mi spieghi questo caso. Il professor Angelo Vescovi è riuscito con la sua équipe a creare catene di cellule idonee a essere sperimentate per la cura di malattie neurodegenerative (anche la terribile Sla) sviluppandole da cellule fetali, non embrionali cioè. L'ha fatto. Dalle cellule di un feto abortito (spontaneamente, tiene a dire Vescovi, che è ateo e taoista) è riuscito a ottenere materiale per trapiantarla in centinaia di migliaia di persone. Però perché si possa procedere con la sperimentazione clinica occorre un lavoro certosino di documentazione in modo da rispondere ai parametri europei di sicurezza. Ci vogliono due milioni di euro. Non glieli ha dati nessuno. Ora si sono mossi il vescovo e il comune di Terni, per fortuna. In America sulla base della stessa tecnica predisposta da Vescovi, un?industria farmaceutica ha investito 20 milioni, però sono meno bravi di Vescovi e più lenti. E noi dovremmo seguirti, caro Brunetta, e servir messa a Mussi? Ripensaci, Renato. Pensa al Renatino che fosti.
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Nel link riportato sotto, l’articolo scientifico di Nature sulla scoperta di Nanog, la proteina prodotta nelle cellule dell'embrione ai primi stadi di sviluppo: potrebbe essere ciò che rende questo tipo di cellule pluripotenti, cioè capaci di differenziarsi in ogni tipo di tessuto.

Si tratta di una scoperta che, se confermata, potrebbe avere risvolti rivoluzionari nel campo della ricerca, poiché consentirebbe di continuare la sperimentazione sulle cellule staminali aggirando il problema etico del loro prelievo dagli embrioni
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http://www.nature.com/nature/journal/v441/n7096/full/nature04914.html

FRASI CELEBRI

Se vai per quei mari, quei pesci trovi (da un'intervista per Anna)
Simona Ventura

martedì, giugno 27, 2006

PUGNI in corsa per lo Strega


Ripubblico il breve post dedicato alla raccolta di racconti del giovane scrittore PietroGrossi, che ho inviato a QuasiRete, il blog della Gazzetta dello Sport. Il contributo è stato pubblicato nel mese di aprile. Il libro è stato letto, recensito ed apprezzato ed è entrato successivamente a far parte della cinquina finalista del Premio Strega. Il vincitore sarà proclamato giovedì 6 luglio nel tradizionale scenario del Ninfeo di Villa Giulia a Roma.
Rispetto al contenuto del post pubblicato, una sola variante. L'autore del libro ha smesso di lavorare a Milano, presso una nota agenzia di comunicazione.

Parole come pugni. Pugni come parole. E' l'intuizione di un giovane scrittore che ha ambientato la sua prima raccolta di racconti, nell'ambiente dello sport. Il primo dei tre è dedicato alla boxe. Si narra dell’incontro fra due giovani; uno, in particolare, potrebbe essere il classico bravo ragazzo della porta accanto. Il Ballerino è un ragazzo per bene, prende bei voti, non ha mai una ragazza è goffo e un tantino sfigato, ma sul ring... Sul ring si trasforma. Un ragazzo perfetto, a modo, ma che non vuole suonare il pianoforte.

Forse è tutto spiegato nella prima pagina: Là dentro c'era una logica. Là dentro nessuno poteva scappare, né te né gli altri, e sapevi contro chi combattevi..."

L'altro è il suo avversario: si chiama La Capra ed è sordomuto. Nel racconto la logica usuale è ribaltata, felice intuizione: non è lo sport metafora della vita ma esattamente il contrario.

Pietro Grossi, classe 1978, è al suo esordio narrativo con questa raccolta di tre racconti pubblicati da Sellerio. L'autore ha frequentato la scuola Holden di scrittura fondata da Alessandro Baricco e attualmente lavora a Milano nel campo della pubblicità.

Pietro Grossi, Pugni. Sellerio, 2006. Pagine 188. Euro 12.