lunedì, luglio 14, 2008

Riccardo Riccò, ovvero Pantariccò

Accostamento da brivido. Similitudine impossile. Eppure, ieri, è nato il Pantariccò. Il corridore di Formigine, alla sua seconda vittoria al Tour, ha risvegliato la tifoseria dal torpore in cui si trovava dopo la caduta e il dramma dell'histoire Pantani. Il corridore, all'anagrafe, si chiama Riccardo Riccò, nato bevendo latte e assaporando le imprese di Marco Pantani, suo idolo. Del Pirata ha ereditato il massaggiatore. Per questo motivo lo contestano. Ha un valore del sangue alto di natura, così è riuscito a dimostrare. Un cocktail esplosivo, una parlantina micidiale, una testa calda che è come buttare benzina sul fuoco, dentro il gruppo. Molti lo detestano, fra i corridori.
All'esordio non ha avuto vita facile. L'ematocrito alto è l'anticamera dei sospetti. Ma diciamolo. Ieri ha vinto alla Pantani. E alla Riccò. Sapendo mescolare le due miscele esplosive. Ha attaccato senza pensarci troppo alla strategia. E ha vinto. E questo conta. E' partito in salita, più o meno, come quell'altro che lo guarda dalcielo. I primi cento, duecento metri, sono stati così. Poi ha corso alla Riccò. Con meno furia. Con meno scatti. Lasciando agli avversari il dubbio che potesse persino cedere. Poi è andato per la sua strada. Sul terreno meno favorevole ha tenuto e non ha perso.

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