Quarto passo. L’amore
Mi hai salutato dopo un’ora di compagnia
Eri sul marciapiede
Milano
E la tua pupilla ho fissato
Il mio occhio stanco
Non ha riconosciuto il tuo amore
Perché anche un tempio minore
Deve stare appresso a quello maggiore e da esso discendere
Perché anche lì la Chiesa deve poter operare
Così il poeta:
“La Chiesa deve edificare di continuo
Perché è continuamente minata dall’interno e dall’esterno”
Per amare bisogna lasciarsi amare
Per amare bisogna imparare ad amare
Mi hai salutato con l’occhio
L’ardore travalica il limite dell’amato
Lo trapassa
E’ spada
L’ardore, l’amore, è ardire
(Infatti, fa rima con tradire)
Milano, salutarsi da un marciapiede
Finito l’appuntamento ce ne andremo per la nostra strada
Tu volterai a sinistra, io a destra
Così abbiamo fatto, questa mattina
Io infilandomi nei miei pensieri
Sei andata via
A casa, anche questo venerdì, il tuo pesce preferito
Io non lo mangerò
Come sempre
Siamo diversi
Questo pesce è piatto
Appoggia il fianco sinistro sul fondo
Così che gli occhi stanno sul lato destro
È un pesce bizzarro, per questo
Ha squame lisce, sul capo una serie di tubercoli ossei
Si nutre di invertebrati che vivono sul fondo marino
Si appassiona di piccoli molluschi bivalvi e policheti
Depone le uova all’inizio della primavera
Le femmine arrivano ai 24 anni
I maschi raramente raggiungono i 12
Per tutti c’è un’industria florida
Che li fa secchi prima
Pescati nel Mar Artico
E in quello Atlantico
Nel Mediterraneo, specialmente lungo le coste spagnole e quelle francesi
Venduta fresca, congelata, specialmente a filetti
Invade i supermercati di tutta Europa
La si può confondere con la passera di mare (Platychthys flesus) che è
La specie propriamente mediterranea, la platessa invece è la sottospecie atlantica
E differisce da questa per l’assenza dei tubercoli alla base delle pinne dorsali e anali
La platessa depone le uova da novembre a giugno a seconda delle località
Da marzo ad aprile nella ghiacciatissima Irlanda
Da gennaio a giugno sulle coste olandesi
Da novembre a giugno nel Mar Baltico
Questa sera i nostri figli mangeranno pesce
venerdì, dicembre 15, 2006
giovedì, dicembre 14, 2006
Il poeta (albanese) in copertina
Oggi il settimanale Tempi, in edicola assieme al Il Giornale, dedica la copertina ad un poeta albanese che vive da diversi anni in Italia. Si chiama Çlirim Muça, una passione da sempre per la parola scritta, un viaggio a piedi dall'Albania in Italia, tanti lavori, più o meno umili, oggi una moglie italiana, due figli, e lavora come impiegato ma è anche poeta ed editore.
Un albanese che lavora, mette su famiglia e decide, ad un certo punto della sua vita, di mettere adddirittura in piedi una casa editrice, non è cosa da poco. La casa editrice è piccola, non potrebbe essere diversamente, ma funzionante e trasparente. Gli autori non devono pagare una lira per farsi pubblicare, una volta scelti. E questa è già una bella notizia. E poi, vi immaginate un albanese italiano che specula sull'attività degli italiani o dei propri connazionali?
Un albanese che lavora, mette su famiglia e decide, ad un certo punto della sua vita, di mettere adddirittura in piedi una casa editrice, non è cosa da poco. La casa editrice è piccola, non potrebbe essere diversamente, ma funzionante e trasparente. Gli autori non devono pagare una lira per farsi pubblicare, una volta scelti. E questa è già una bella notizia. E poi, vi immaginate un albanese italiano che specula sull'attività degli italiani o dei propri connazionali?
La sua casa editrice si chiama Albalibri
Tempi, che non è una rivista letteraria, racconta più nei dettagli la storia di Çlirim Muçae dei suoi amici albanesi che lavorano (sì lavorano) e scrivono in Italia. Il settimanale ospita anche un contributo scritto di suo pugno.
Muça io l'ho conosciuto di persona a Sesto San Giovanni e mia moglie, qualche anni fa, ha dato un'occhiata ai suoi primi scritti, prima che iniziasse a pubblicarli. Di recente è stato anche intervistato dal Tg3 Lombardia in occasione di una manifestazione dedicata ai piccoli editori.
Tempi, che non è una rivista letteraria, racconta più nei dettagli la storia di Çlirim Muçae dei suoi amici albanesi che lavorano (sì lavorano) e scrivono in Italia. Il settimanale ospita anche un contributo scritto di suo pugno.
Muça io l'ho conosciuto di persona a Sesto San Giovanni e mia moglie, qualche anni fa, ha dato un'occhiata ai suoi primi scritti, prima che iniziasse a pubblicarli. Di recente è stato anche intervistato dal Tg3 Lombardia in occasione di una manifestazione dedicata ai piccoli editori.
Di Muça voglio ancora parlare. Mi sembra una bella storia.
mercoledì, dicembre 13, 2006
"Temo certi cattolici più dei comunisti"
L'intervento di Antonio Socci su Chi vuole cancellare il Natale?
Padre Bepi, la sua storia

Mercoledì 13 dicembre ore 21 al Luna Rossa, via Dante 201, Concorezzo (Milano)il Centro culturale "Vita nova" presenta il libro "quattro giorni, quarant'anni. con Padre Bepi in Sierra Leone ( Rizzoli-Bur).
Alla serata sarà presente l'autore, il poeta e scrittore Davide Rondoni.
Padre Giuseppe Berton, nato a Marostica nel 1932, da quaranta anni è missionario saveriano in Sierra Leone. Laureato a Glasgow in filosofìa morale e logica. Dal '64 al '66 comincia la missione in Sierra Leone dove dal 1972 si stabilisce definitivamente. Nel 1997 ha aperto a Lakka — nella penisola di Freetown — un centro di accoglienza attivo per il recupero di orfani ed ex-bambini soldato.
L'autore: Davide Rondoni, nato a Forlì nel 1964, ha pubblicato diversi libri di poesia (Il bar del tempo, 1999; Avrebbe amato chiunque, 2003; Compianto, vita, 2005) e il romanzo per ragazzi I bambini nascono come le poesie, 2006. È presente nelle migliori antologie di poesia italiana contemporanea, e tradotto in inglese, francese, russo e spagnolo.
Dirige il Centro di poesia contemporanea dell'Università di Bologna e collabora da editorialista con «Avvenire», «Il Tempo» e «Libero».
Alla serata sarà presente l'autore, il poeta e scrittore Davide Rondoni.
Padre Giuseppe Berton, nato a Marostica nel 1932, da quaranta anni è missionario saveriano in Sierra Leone. Laureato a Glasgow in filosofìa morale e logica. Dal '64 al '66 comincia la missione in Sierra Leone dove dal 1972 si stabilisce definitivamente. Nel 1997 ha aperto a Lakka — nella penisola di Freetown — un centro di accoglienza attivo per il recupero di orfani ed ex-bambini soldato.
L'autore: Davide Rondoni, nato a Forlì nel 1964, ha pubblicato diversi libri di poesia (Il bar del tempo, 1999; Avrebbe amato chiunque, 2003; Compianto, vita, 2005) e il romanzo per ragazzi I bambini nascono come le poesie, 2006. È presente nelle migliori antologie di poesia italiana contemporanea, e tradotto in inglese, francese, russo e spagnolo.
Dirige il Centro di poesia contemporanea dell'Università di Bologna e collabora da editorialista con «Avvenire», «Il Tempo» e «Libero».
lunedì, dicembre 11, 2006
Vibrisselibri sbarca a Milano
Martedì 12 dicembre, alle ore 18, a Milano presso la Libreria Feltrinelli di via Manzoni, saranno presentati al pubblico i primi due titoli pubblicati da vibrisselibri, la casa editrice in rete (www.vibrisselibri.net) ideata dallo scrittore Giulio Mozzi.
Si tratta del romanzo "L'organigramma", del milanese Andrea Comotti, e del saggio "Una tragedia negata. Il racconto degli anni di piombo nella narrativa italiana" del torinese Demetrio Paolin.
Parteciperanno all'incontro: i due autori Andrea Comotti e Demetrio Paolin; Giulio Mozzi; Margherita Trotta della redazione di vibrisselibri.
Si tratta del romanzo "L'organigramma", del milanese Andrea Comotti, e del saggio "Una tragedia negata. Il racconto degli anni di piombo nella narrativa italiana" del torinese Demetrio Paolin.
Parteciperanno all'incontro: i due autori Andrea Comotti e Demetrio Paolin; Giulio Mozzi; Margherita Trotta della redazione di vibrisselibri.
Nove passi davanti e dietro la balena, in forma di ballata
Terzo passo. Brutti pensieri
Ho sognato l’inferno
Deve essere un posto
Buio e rosseggiante
E negli anfratti ci deve essere del pesce marcio
Poi, ho sognato anche il paradiso
È stato un attimo
Poi, mi sono distratto
Ho sognato l’inferno
Deve essere un posto
Buio e rosseggiante
E negli anfratti ci deve essere del pesce marcio
Poi, ho sognato anche il paradiso
È stato un attimo
Poi, mi sono distratto
Nove passi davanti e dietro la balena, in forma di ballata
Secondo passo. Lei
Mi guarda
La guardo
Ci guardiamo
Sola
Solo
Soli
Ho fame
Distesa
Ho fame
E’ fredda
Gelata
Ghiacciata
No salata
La guardo
Ci guardiamo
Soli
Fuori piove
e fra poco è Natale
Soli
Il pesce preferito
Da mia moglie
Lei è tornata
Tardi
Ha infilato la diafana mano
Nel frigorifero
Ha tolto il ghiaccio
L’ha presa
Ghiacciata
L’ha estratta
Distesa
Osservata, con un occhio
Con l’altro mi guardava pensando ad altro, però
L’ha rigirata
Non so perché
Ammirata
Non so perché
Lei mi guarda,
Ora
Non so perché
Che incubo
Soli
Mi guarda
La guardo
Ci guardiamo
Sola
Solo
Soli
Ho fame
Distesa
Ho fame
E’ fredda
Gelata
Ghiacciata
No salata
La guardo
Ci guardiamo
Soli
Fuori piove
e fra poco è Natale
Soli
Il pesce preferito
Da mia moglie
Lei è tornata
Tardi
Ha infilato la diafana mano
Nel frigorifero
Ha tolto il ghiaccio
L’ha presa
Ghiacciata
L’ha estratta
Distesa
Osservata, con un occhio
Con l’altro mi guardava pensando ad altro, però
L’ha rigirata
Non so perché
Ammirata
Non so perché
Lei mi guarda,
Ora
Non so perché
Che incubo
Soli
Nove passi davanti e dietro la balena, in forma di ballata
Primo passo. Solitudine
Vuoi da mangiare?
Tieni
Vuoi compagnia?
Tieni
Non ti basta, da mangiare?
Vestiti, mettiti le scarpe
E vai al
Su-per-mercato
Compra
C'è il surgelato
Lo sapevi
Prima di sposarmi
Lo sapevi
Vuoi da mangiare?
Tieni
Vuoi compagnia?
Tieni
Sai che non ti basto?
Vai
Prendi le tue scarpe
Vestiti
E vai, vai
C'è il
Super
mercato
Dritto alla via ti aspetta il
Sur
gelato
Volevi andare via?
Vai
Prendi le tue cose e vai
Non ti basto?
Hai freddo?
Se non hai sonno, vai,
se non sapevi, sai
Vai, quindi, vai
C'è sempre
Che ti aspetta
un surgelato
Vai,
Prima non lo sapevi,
Oggi lo sai.
Devo telefonare ai miei amici
Sai
Prima non sapevi
Oggi lo sai
Perché non sei ancora andato?
Vuoi da mangiare?
Tieni
Vuoi compagnia?
Tieni
Non ti basta, da mangiare?
Vestiti, mettiti le scarpe
E vai al
Su-per-mercato
Compra
C'è il surgelato
Lo sapevi
Prima di sposarmi
Lo sapevi
Vuoi da mangiare?
Tieni
Vuoi compagnia?
Tieni
Sai che non ti basto?
Vai
Prendi le tue scarpe
Vestiti
E vai, vai
C'è il
Super
mercato
Dritto alla via ti aspetta il
Sur
gelato
Volevi andare via?
Vai
Prendi le tue cose e vai
Non ti basto?
Hai freddo?
Se non hai sonno, vai,
se non sapevi, sai
Vai, quindi, vai
C'è sempre
Che ti aspetta
un surgelato
Vai,
Prima non lo sapevi,
Oggi lo sai.
Devo telefonare ai miei amici
Sai
Prima non sapevi
Oggi lo sai
Perché non sei ancora andato?
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